Resoconto della presentazione del libro “Solferino. Storia di un campo di battaglia”, di Ulrich Ladurner, giornalista per il quotidiano tedesco “Die Zeit”, nell’ambito del festival “è Storia” 2011, a Gorizia: tema scelto per quest’anno dagli organizzatori del festival, “Guerre”. Attuale come tema e dai risvolti alquanto interessanti per l’Italia di oggi e per chi oggi in Italia vive.
Rinfreschiamo la memoria su cos’è stata Solferino, e per quali ragioni su di essa si scrivono libri e se ne parla. Solferino, in provincia di Mantova, fu teatro della battaglia che determinò, con la vittoria di S. Martino, l’esito della seconda guerra d’indipendenza: gli austriaci, già sconfitti a Palestro, Magenta e Melegnano, per procedere alla riconquista della Lombardia, si riorganizzano in quel di Verona. Sul loro cammino vengono alle armi con l’esercito franco – piemontese: tralasciando tutti i particolari, al termine dei combattimenti, gli austriaci furono costretti alla ritirata dall’alleanza tra l’esercito di Napoleone III e i piemontesi.
E diciamo pure che dei valori di cui furono portatori i soldati di Solferino, che per un ideale lottarono e per cui alcuni morirono, nelle coscienze dei giovani d’oggi non è rimasta traccia. “L’Italia ha perso la vivacità, la verve, l’attivismo che aveva nel Risorgimento, i valori che animavano la volontà di costruire qualcosa quando perdere la vita per la nazione propria era considerato un dovere ed un onore”. Perdere la vita per questa nazione, questa dell’anno 2011? Non ci penso proprio: e chi lo farebbe? “Cuore”, di de Amicis, è un’altra storia, un’altra epoca.
Mauro Balbo