2 luglio 2000 (Romanzo epistolare)

Una vita difficile romanzo epistolareLe preghiere di Carla furono ascoltate. Nacque una bimba con il viso grazioso. Matteo non fu molto lieto, perché si aspettava un fratellino con cui giocare e che avrebbe chiamato Daniele, come il suo amico. In fondo temeva di perdere terreno agli occhi dei genitori. Roberto restò indifferente in quel periodo aveva molto lavoro. Aveva da poco comprato un’auto potente ed era impegnato a portarla a spasso. Aveva una segretaria molto bella con gambe slanciate che lo impegnava. Mia madre fu l’unica che mi accolse con un sorriso pieno di speranze. Già il cambiamento era avvenuto in lei. Non era più altezzosa come prima, ma più dolce. Grazie a me aveva recuperato parzialmente il suo rapporto con Dio. Lentamente stava anche mutando il suo stile di vita. Non si impegnava ancora a fare del bene, ma era un po’ più attenta e generosa. La strada da fare era ancora tanta e non pensava che l’avremmo fatta insieme. I parenti quasi non si accorsero della mia nascita, erano tutti molto impegnati: gli zii con l’hotel, che andava a gonfie vele, i nonni ad andare in vacanza in posti esclusivi. Mi visitarono frettolosamente, mi fecero regali costosi e sparirono inghiottiti nel nulla. Io somigliavo a mia madre e chi non la sopportava non sopportò neanche me. Mio padre diceva sempre: magari somigliava a me! Anche di carattere ero come lei: testarda, allegra, sbadata. I primi anni di vita furono relativamente tranquilli. Mangiavo pochissimo, rifiutavo ostinata il latte sia materno che comprato. Il mio rapporto con il cibo fu difficile. Mi prendevano in giro per la mia eccessiva magrezza. Anche ora non posso mangiare quello che voglio per una serie di allergie e perché sono su una sedia a rotelle, senza possibilità di fare moto.

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