25 aprile 2001 (Romanzo epistolare)

Una vita difficile romanzo epistolareQuello che mi colpisce e mi rattrista di più è che nessun giovane si è offerto per aiutarmi. La solidarietà è solo una parola vuota di senso. I giovani che sembrano tanto gentili, tanto disponibili in realtà mostrano tutto il loro egoismo. Fino all’ultimo sono con il cuore sospeso, in bilico tra salvezza e dannazione. Forse la soluzione la devo trovare frequentando altri ambienti, altri luoghi, altra gente, altre situazioni. Forse la gente per bene non si mette in mostra, vive chiusa in qualche luogo sperduto dove non entra la luce della tecnologia, della civiltà avanzata. Le persone che cerco forse non usano la posta elettronica, non navigano su internet, non si incontrano su Facebook, non vanno nei pub e nelle videoteche. Tutta questa tecnologia che ci permette di entrare in contatto con milioni di persone nello stesso tempo ci lascia soli nel momento del bisogno. Allora che progresso è, se sono sempre sola? Forse bisogna dire che sono sola nonostante la tecnologia, che quindi, ne deduco, non serve. Se devo dare la testa per i muri per risolvere un problema la tecnologia è solo un ornamento, un orpello che non mi cambia le carte in tavola. Ho assistito impassibile negli ultimi anni a un inaridimento del cuore, come se la gente fosse stata anestetizzata. Così si verificano gli investimenti con omissione di soccorso, le uccisioni, gli stupri. Gli uomini che diventano belve sanguinarie, senza più pietà. Il fatto sconvolgente è l’assenza di sentimenti. Non si crede più a niente, se non al proprio personale vangelo. Anche gli uomini innamorati arrivano a tradire, a alzare le mani sull’oggetto del loro amore. Ma allora non si tratta di amore ma solo di una forma di possesso. Si possiedono le persone come fossero oggetti, si usano e si gettano via quando non servono più. Si insegue il concetto tutto moderno di utilità. Devo però scrollarmi questo pessimismo di dosso, devo reagire. I pensieri devono essere positivi. Devo ritrovare l’innocenza della prima giovinezza. I pensieri negativi intossicano il fisico, annientano la mente. Devo affrontare tutto in modo leggero, non prendere di petto le situazioni. Devo mettermi le ali ai piedi e volare alto. Lo sguardo fiero, fisso davanti a me, davanti all’obiettivo.

 

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