4 luglio 2001 (Romanzo epistolare)

Una vita difficile romanzo epistolareLourdes colpisce per il suo paesaggio naturale: un fiume lento scorre al centro, predomina il verde dei prati e delle piante, sembra di stare in un angolo di paradiso, un piccolo paradiso in miniatura. Un luogo di pace come lo stesso paradiso terrestre. L’aria è fresca e pulita, resa nitida dalle continue piogge Il clima è caratterizzato proprio dall’alternarsi di pioggia e sole. Un clima in cui sono frequenti gli sbalzi di temperatura, quindi l’afa non dura a lungo come la pioggia. Tutto intorno è lindo. La gente è semplice, cordiale, ti accoglie con un sorriso aperto. Tutti hanno un viso buono, rilassato, pronti a fare amicizia e a raccontare le loro storie. Si respira già all’arrivo un senso di serenità, di pace, di calma. Non c’è fretta, indifferenza, distacco. Si partecipa alla vita degli altri, ma soprattutto ci si aiuta. Abituati ai vicini di casa che nemmeno ci salutano restiamo incantati nel vedere che tutti ci salutano festosi. Si riscopre la fratellanza, la solidarietà, il rispetto che ormai avevamo completamente dimenticato. Abituati a fare tutto da soli ci sorprendiamo che l’aiuto viene dalle persone più impensate. In pochi giorni avevo amici in ogni angolo, mi chiamavano affettuosamente per nome, mi sembrava di stare in una grande famiglia, dove non c’erano differenze fra le persone. Ero sbarcata su un’isola felice dove la malizia, l’invidia, la rabbia, l’odio sembravano sconfitti. Ho partecipato a molte manifestazioni e funzioni. Lo spettacolo più suggestivo è la fiaccolata serale a cui partecipano tutti i malati, anche quelli in condizioni disperate. Siccome la processione con le fiaccole si svolge la sera i malati in lettiga e carrozzella vengono coperti da ampie e calde coperte di lana, che vengono fatte, come mi hanno spiegato, nelle varie chiese dalle donne e poi raccolte e inviate. I volontari si danno da fare per portare ogni tipo di conforto e per guidare i malati verso la meta. Ogni giorno la fiaccolata viene ripetuta. Non c’è giorno in cui non avvenga. Mentre la gente è nel traffico, sta morendo in un ospedale, si sta sposando a Lourdes la processione procede spedita con le sue mille luci. Qualcosa di incredibile. Tutti i malati messi bene in ordine, in fila. I malati si fanno coraggio a vicenda, si conoscono, si incontrano, si rincontrano. Nascono vere e proprie amicizie fra handicappati e gente comune, fra suore e volontari. Il ritorno al quotidiano non è traumatico infatti si può contare su amici coetanei, su volontari e suore conosciuti al santuario. La notte vedere questa folla luminosa snodarsi per le vie cantando dolci canzoni e sostenendosi a vicenda fa un certo effetto. Nella sala delle conferenze si può assistere commossi alla messa internazionale, dove tutte le bandiere di tutte le nazioni vengono fatte sfilare intorno all’altare. E’ una cerimonia, un rito che commuove perché ci fa pensare alla necessità di abbracciarci tutti per raggiungere la pace universale. A Lourdes la pace entra soprattutto nel cuore. Si tratta di un senso di benessere, di soddisfazione. Si vivono giorni sereni e ci si accetta per come siamo. La vista della sofferenza degli altri non ci cruccia perché chi soffre appare forte e in grado di sostenere il peso della malattia. Si può contare sull’appoggio degli altri.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.