Accontentati

accontentati

Nel mondo di tutti i giorni la maggior parte delle persone si sono accontentate di avere la serenità, ossia di avere un angolo tutto per sé dove poter vivere liberamente, sognare, cantare, ballare, parlare. Serenità che spesso però a significato solo vivere nel proprio circoscritto mondo fatto di piccole cose. I dirigenti si sono accontentati di raggiungere le alte vette del potere, l’alta professionalità senza curarsi minimante dei dipendenti, di migliorare il sistema operativo, i divorziati si sono accontentati di avere figli in gamba, senza pensare a migliorare il rapporto con la prole, gli  anziani si sono accontentati di una magra pensione da spendere nei discount senza protestare, nonostante l’intenso desiderio di una vita diversa, le donne vanitose si sono limitate a inseguire gli ultimi abiti alla moda senza pensare a costruire una personalità credibile, i giovani, con aria spavalda, si sono accontentati di scorribande notturne e di sconvenienti serate a base di alcol, droga e sesso, i talenti precoci si sono accontentati di piccoli lavori saltuari senza pretese, le persone mature si sono accontentate di stipendi da fame rinunciando al superfluo, persino alla cultura e ai viaggi per mancanza di risorse, gli umili si sono accontentati e hanno seppellito le proprie ambizioni fieri della propria vita . Il destino che accomuna tutti è proprio quell’accontentarsi ai limiti della sopportazione. Del resto ogni situazione riporta alla realtà.

Invece senza un attimo di esitazione dovremo interpretare diversamente la realtà e tentare di aspirare alla felicità, di opporsi al disfacimento della società, di impedire di ripiombare nel baratro . Ognuno nel segreto della proprie stanze, personalmente  fino a che ha respiro deve impegnarsi sul serio per combattere mortificazioni, umiliazioni, sopraffazioni. Di solito ci si accontenta di assistere impotenti come se si avesse una eccessiva confidenza con il male e ci si fosse abituati. Drogarsi, rinunciare porta sola su un isola lontana dagli altri dove il dolore ricomincia più forte. Ci si accontenta di patteggiare con la vita non di vincere. Invece l’amore dovrebbe straripare e portarci verso la felicità, non quella materiale, che ormai non si ha più, ma del cuore.  L’infelicità non nasce perché non si ha un abito da sera ma perché non si ha nessuno che ci ama. Il male della nostra società sta nel fatto che l’amore non cambia nulla.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.