Africa: un continente strangolato

Africa un continente strangolatoIl continente nero, pur avendo radici remotissime, non si è mai sviluppato secondo una propria autonomia, ma è sempre stato condizionato da un fitto intreccio di eventi vissuti quasi sempre in modo subordinato. Basta osservare le carte tematiche che narrano la storia della sua colonizzazione, per rendersene conto immediatamente. Certamente non era questa l’aspirazione delle popolazioni africane ma il fatto di vivere in un territorio così vasto, ricco di risorse di tutti i generi, per di più posizionato geograficamente in una situazione ideale per i commerci, le ha condannate a subire la prepotenza delle iniziative di civiltà nettamente più progredite sia culturalmente sia tecnologicamente. Africa un continente strangolato 2


E pensare che proprio l’Africa è stata il teatro dell’alba dell’uomo, i resti fossili reperiti in Kenya e in Tanzania lo confermano. Però questi insediamenti primordiali, sebbene favoriti da un clima e da una natura così generosa, si evolsero proliferando tante tribù, che sono state, fino a oggi, l’unico comune denominatore di tutti i popoli africani, originando pertanto la società tribale.

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La costellazione di tante tribù (oltre seimila) così diverse tra loro per usi, costumi, lingue, religioni, morfologie, sempre in lotta cruenta tra di loro, sono stati la causa principale di una facile penetrazione di civiltà straniere in questo martoriato continente. Dapprima c’erano stati semplici rapporti commerciali ma poi vista l’irrisoria facilità con cui le popolazioni indigene potevano essere sottomesse e strumentalizzate, nacque il vergognoso commercio di carne umana, il famigerato schiavismo.

L’interesse europeo per l’Africa si riaffacciò verso la fine del 15° secolo, dopo otto secoli di quiescenza. Molti avventurieri senza scrupoli, di varia nazionalità, intuirono la possibilità di arricchirsi alle spalle del continente nero con poco rischio e fatica. Gli unici veri problemi erano rappresentati dalle distanze, dalle malattie, la mancanza di strade, di mappe e soprattutto dal senso dell’ignoto.

Ancor oggi esistono zone inesplorate in Congo, in Namibia e nel Sahara. Nel 19° secolo, un vero e proprio esercito di studiosi, costituito da etnologi, botanici, geologi, geografi e scrittori in cerca di fama, cominciò la grande avventura dell’esplorazione africana, facendo a gara a chi scopriva di più. Una gara iniziata con nobili scopi scientifici ma che a breve si sarebbe evoluta in una corsa alla colonizzazione.

Quasi tutte le nazioni europee parteciparono a tale spartizione, Francia e Inghilterra su tutte, poi anche Italia, Germania, Portogallo, Spagna, perfino le piccole Belgio e Olanda non rinunciarono alla loro quota-parte. Sta di fatto che l’Africa divenne una specie di succursale europea da cui attingere materie prime, prodotti agricoli, legname e soprattutto mano d’opera a costo zero. La civile Europa riuscì a coinvolgere gli africani in due guerre mondiali. I francesi, già nella guerra 1914-18, mandarono nelle trincee migliaia di giovani di colore a combattere una guerra di cui neanche conoscevano i motivi. Anche Italiani e Inglesi, nel secondo conflitto mondiale reclutarono e addestrarono truppe di colore per combattere le loro guerre sul suolo africano.

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Ancor oggi esistono zone inesplorate in Congo, in Namibia e nel Sahara. Nel 19° secolo, un vero e proprio esercito di studiosi, costituito da etnologi, botanici, geologi, geografi e scrittori in cerca di fama, cominciò la grande avventura dell’esplorazione africana, facendo a gara a chi scopriva di più. Una gara iniziata con nobili scopi scientifici ma che a breve si sarebbe evoluta in una corsa alla colonizzazione.

Quasi tutte le nazioni europee parteciparono a tale spartizione, Francia e Inghilterra su tutte, poi anche Italia, Germania, Portogallo, Spagna, perfino le piccole Belgio e Olanda non rinunciarono alla loro quota-parte. Sta di fatto che l’Africa divenne una specie di succursale europea da cui attingere materie prime, prodotti agricoli, legname e soprattutto mano d’opera a costo zero. La civile Europa riuscì a coinvolgere gli africani in due guerre mondiali. I francesi, già nella guerra 1914-18, mandarono nelle trincee migliaia di giovani di colore a combattere una guerra di cui neanche conoscevano i motivi. Anche Italiani e Inglesi, nel secondo conflitto mondiale reclutarono e addestrarono truppe di colore per combattere le loro guerre sul suolo africano. Africa un continente strangolato 5

Tuttavia, l’improvviso contatto con altri popoli socialmente e tecnologicamente più evoluti, contribuì a far maturare in molte nazioni l’aspirazione all’indipendenza.

Questa nuova determinazione alla libertà portò in qualche caso a rivolte clamorose, represse con inevitabili bagni di sangue, ma già nel 1960 esistevano 17 nazioni indipendenti e, nel giro di ulteriori due decenni, lo furono tutte. Ogni raggiunta indipendenza però, creò nuovi problemi di non facile soluzione. Le nazioni prive di esperienza di autogoverno, infatti, si trovarono a operare in un ambiente senza infrastrutture e con vaste risorse economiche solo potenziali, vista la mancanza di tecnologia estrattiva e manifatturiera. La società tribale inoltre manteneva intatte le ancestrali rivalità tra le varie etnie, che ancor oggi non permette ai rispettivi Paesi di appartenenza di avere una coscienza nazionale.

Africa un continente strangolato 6Tale situazione ha favorito sfacciatamente l’ingresso, in tutte o quasi le neo-nazioni africane, di gruppi bancari e imprese multinazionali europee e americane con molti pochi riguardi, che ne hanno provocato un indebitamento sempre crescente. Così, nel giro di pochi anni, la maggior parte di questi Paesi si è trovata nell’impossibilità di restituire nemmeno gli interessi dei debiti contratti, permettendo così, a detti gruppi finanziari e imprenditoriali di controllare a piacimento la loro economia.

Oggi la situazione politica ed ecomica, sebbene molto sbilanciata, appare più omogenea. Sono stati fatti passi importanti per far sì che i vari popoli che compongono il complesso mosaico degli stati africani, comincino a riconoscersi in un’identità, nazionale prima, continentale poi. Gli onerosi interessi del loro debito finanziario sono stati recentemente azzerati dalle rispettive nazioni creditrici.

In ogni caso è la base culturale che deve crescere, l’attuale livello delle popolazioni è troppo basso, l’analfabetismo è ancora troppo diffuso. Il Kenya, ad esempio, che è considerato uno dei paesi più evoluti, ha tuttora il 40% di analfabeti, il Ghana il 46%, il Senegal il 70%, il Mali addirittura il 92%. Sono dati impressionanti. Africa un continente strangolato 7

Sono state scoperte nuove ricchezze, ma la situazione alimentare è addirittura peggiorata, ne consegue che il risanamento dell’economia e dell’autosufficienza alimentare siano i primi imprescindibili obiettivi che si devono centrare. Dare aiuti economici non è più opportuno, tali risorse, il più delle volte, vengono destinate ad altri usi, quali l’acquisto di armi e di materiali effimeri, quando non finiscono direttamente nelle tasche di dittatori o di governanti senza scrupoli. Per aiutare questi popoli bisogna favorire la loro crescita sociale e culturale, iniziando dalla base, donare loro tecnologia, formazione, attrezzature, facendo in modo che, in un non troppo lontano futuro, possano essere in grado di agire autonomamente, senza il bisogno di contrarre debiti che non potranno mai pagare.

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Non risolvendo il problema della fame e della sete, il Continente Nero sarà sempre in balia, purtroppo, della magnificenza e della munificenza dei paesi ricchi, in parole crude, sarà sempre strangolato.

 

 

 

 

Adriano Zara

 

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