Agostino d’Ippona

Esistono talmente tante biografie, testi, descrizioni, riferimenti e collegamenti storici sulla vita di questo personaggio, sulla sua vita, sul suo pensiero, sulla sua santità, su i suoi inumerevoli scritti e sulle raccolte integrali delle sue opere che solo con la sua elencazione si potrebbe redigere un libro!

La grandezza mentale di Aurelio Agostino d’Ippona, documentata dall’enorme quantità delle opere che ci sono state tramandate è paragonabile a quella di Aristotele nella filosofia, a Leonardo da Vinci nelle scienze, a Mozart nella musica. Il suo genio rimane e rimarrà nel tempo come uno dei maggiori espresso dal genere umano.

Nato nel 354 nella città di Tagaste in Numidia, oggi l’algerina Hannaba(Bona), da famiglia berbera di cultura romana, dimostrò sin da fanciullo viva intelligenza, propensione allo studio, curiosità per ogni tipo di scienza ma anche una forte propensione per la vita gaudente e mondana. Ma all’età di 20 anni ebbe una improvvisa e violenta conversione, si pentì e si autoaccusò delle propria dissolutezza e cambiò completamente stile di vita. Descrisse con dovizia di particolari ogni passaggio del suo travaglio interiore nella sua prima opera, la più famosa forse, Le Confessioni, in cui gettò le basi delle sue convinzioni filosofiche e teologiche teorizzandone i principi.

Sulla soglia dei trent’anni, ormai famoso letterato e filosofo, dopo aver insegnato a Cartagine e a Roma, si recò a Milano dove incontrò un personaggio che sarebbe risultato determinante per il prosieguo spirituale della sua vita: il vescovo Aurelio Ambrogio Aureliani( il futuro Sant’Ambrogio da Milano) che lo convinse ad abbracciare la fede cattolica.

Tornato nella sua Agaste da sacerdote, rinunciò a tutti i beni terreni, regalò ai poveri tutti i suoi cospicui possedimenti tranne un modesto latifondo in cui costruì un piccolo monastero per condurre una vita in povertà assoluta, dedita alla preghiera e allo studio di tutti i testi sacri e filosofici allora disponibili. Colà diede inizio a tutta una serie di confronti-scontri con numerosi eretici, che allora nascevano come funghi. Memorabili furono le sue battaglie verbali a colpi di teorie filosofiche e dimostrazioni didattiche che sconfissero ed umiliarono pubblicamente i suoi avversatori di pensiero. Distrusse i manichei, i donatisti, i pelagiani, i priscillianisti, gli ariani, gli origenisti et alii, non tralasciando l’elaborazione e la stesura di opere di tutte le scienze allora conosciute. Non esiste questione o tema, specie in campo religioso, che Agostino d’Ippona non abbia trattato con singolare approfondimento, acume e senso d’interiorità.

A poco più di 40 anni fu nominato vescovo per acclamazione e la sua casa episcopale divenne un vero e proprio vivaio per predicatori e futuri vescovi che venivano da tutte le parti dell’impero per apprendere ogni possibile dettame da cotanto illustre patriarca.

93 le sue opere redatte in 232 libri! Oltre alle già menzionate Confessioni, vanno citate tra le più importanti e di successo: La Città di Dio, Le Ritrattazioni, I Soliloqui, Le Epistole, i Sermoni e poi tutti i trattati su: Libero arbitrio, Trinità, Natura del bene e del male, Grazia ecc. La forma con la quale proponeva le sue opere esercita ancor oggi una forte attrazione nel lettore, la sua forza espressiva specie nel descrivere gli stati d’animo sono esempio di straordinaria modernità. I suoi scritti che annoveravano anche poesie e compendi di scienza e di musica, abbracciavano tutto lo scibile del suo tempo e rimangono insuperati, se riferiti ai tempi, per quantità e qualità. Il compesso di tali meriti lo colloca prepotentemente tra i più grandi geni di tutta la storia dell’umanità.

Agostino si spense nella sua Ippona all’età di 73 anni dopo una lunga malattia, accettata con ammirabile pazienza e senza lamenti, contratta durante l’assedio del proprio monastero, che si protrasse per 18 mesi, da parte dei vandali di Genserico. Subito nominato Santo, le sue spoglie furono portate in Italia, dapprima nella cattedrale di Vigevano poi nella Basilica di S. Pietro a Pavia.

Sant’Agostino, insieme a San Girolamo, Sant’Ambrogio e San Gregorio Magno è uno dei quattro dottori della Chiesa Cattolica. Probabilmente il più grande.

 

Adriano Zara

 

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