Al Museo Annigoni di Firenze: i novecentisti italiani sedotti dal’600

Al Museo Annigoni di Firenze: i novecentisti italiani sedotti dal’600Tempo di vacanze natalizie significa anche grande afflusso nelle località turistiche che suscitano grande interesse per il loro patrimonio artistico.
Una meta classica del turismo culturale è la città di Firenze dove, oltre agli splendori del Rinascimento, esposti alla Galleria dell’Accademia e agli Uffizi, dal 16 dicembre è possibile ammirare la mostra “ Novecento sedotto” allestita al Museo Annigoni e aperta al pubblico fino al primo maggio 2010.
L’esposizione è stata curata da Anna Mazzanti, Lucia Mannini e Valentina Gensini con l’occasione di celebrare il primo centenario della nascita di Pietro Annigoni, ma si pone anche l’obbiettivo di valorizzare il Museo intitolato all’artista, proponendolo come centro di studi e promozione dell’arte del’900 e di esposizione di mostre temporanee che abbiano come soggetto l’arte di Annigoni e di altri artisti a lui coevi.
Ricordiamo che lo stile di Annigoni, famoso ritrattista, risente dell’influenza del Rinascimento italiano e del realismo secentesco, in contrapposizione agli altri stili in voga negli anni della sua carriera artistica, quali il post-modernismo.
Il “ Novecento sedotto” intende riscoprire l’opera di artisti che , tra il 1920 1 il 1945, si fecero “sedurre” dall’arte del ‘600, spesso poco conosciuta nei suoi aspetti più affascinanti e misteriosi, dove il bello compare accanto al brutto o al deforme, per dare una visione globale della realtà.
L’antico e il moderno si fondono quindi in un suggestivo itinerario artistico dove le opere dei secentisti, a partire dal grande spagnolo Velasquez , vengono accostate in modo suggestivo a quelle dei novecentisti: i nudi di Primo Conti e Felice Carena si confrontano con quelli di Artemia Gentileschi; la Venere di Carlo Socrate si accosta a quella di Giovanni Baglione, entrambe conservate da decenni in collezioni private.
Infine le nature morte di De Chirico, Marussig, Trombadori ricordano l’ opera di Giuseppe Recco, amato ispiratore di molti artisti del’900, i paesaggi in preda alla furia del cielo di Annigoni ricordano invece le buie tempeste di Antonio Francesco Peruzzini. Quanto alle opere di Antonio Bueno e Gregorio Sciltian presentano inediti richiami all’Acquaiolo di Velasquez, da poco restaurato.

 

Antonietta Casagrande

 

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