Le anomalie di un Paese

Le anomalie di un PaeseSpesso sogniamo di essere a Parigi, a Berlino, a Praga, e sono sogni proibiti di luoghi fantastici non solo dal punto di vista artistico e architettonico. Non sogniamo solo l’arte, la cultura di quei paesi europei ma l’ordine, la disciplina, il rigore, la pulizia, il rispetto, l’educazione, la responsabilità, l’efficienza . Al risveglio ci rendiamo conto, frastornati , di essere in Italia. Sappiamo di essere in Italia guardando i cartelloni pubblicitari sbiaditi e stracciati, le cartacce che svolazzano al vento per le vie , la spazzatura che puntualmente rigurgita dai cassonetti per giorni, i rumori assordanti delle sirene, l’assenza di pensiline nelle fermate degli autobus, le file degli uffici pubblici, le code nelle poste, la fila dei taxi agli aeroporti. Solo per citare alcune situazioni. Solo in Italia per sapere una informazione in un ufficio occorre fare molte telefonate, perché ogni ufficio dice di non essere competente e scarica la responsabilità su un altro dipartimento. Solo in Italia in occasione delle feste e dei ponti gli uffici, le banche, gli ospedali sono deserti. Solo in Italia le raccomandate arrivano in ritardo e la posta va smarrita. Con espressione amara constatiamo che gli italiani anche colti sul fatto negano sempre come quegli assassini che fino alla fine si professano innocenti. Solo in Italia i processi durano una eternità e c’è chi riesce, ladri compresi, sempre a farla franca. L’Italia è la terra degli appuntamenti mancati. Solo in Italia i mezzi pubblici la domenica nelle città vengono ridotti invece che potenziati e in alcuni paesi vengono soppressi, così per recarsi dalla stazione al centro del paese non ci sono corse. I treni stessi la domenica vengono ridotti. Senza pensare che chi lavora o è turista magari gira proprio di domenica. La domenica è proibito avventurarsi, meglio restare a casa. In occasione del Natale pochi sono i vigili in servizio, prevalgono in tutto lo stivale gli assenti dal lavoro. Solo in Italia per lavorare in qualsiasi settore ci vuole la lettera di presentazione. La burocrazia non è rapida e precisa. Solo in Italia aumentano i furti negli ospedali, il numero delle auto rubate. Solo in Italia i monumenti non sono attentamente presidiati dalle forze dell’ordine. Solo in Italia gli scippi ai turisti sono all’ordine del giorno. A Parigi basta che un turista getti in terra un mozzicone di sigaretta che subito viene rimproverato dalla polizia in borghese che transita nei luoghi più ad alta densità turistica. Solo in Italia un pacco da recuperare alla posta non viene lasciato alla sede postale più vicina all’abitazione ma a una sede centrale distante per cui il cittadino deve perdere tempo e denaro per andare a recuperare il pacco. Il popolo geniale famoso per i suoi guizzi di fantasia aspetta ora solo aiuti esterni, che non sempre vengono. La formazione scolastica viene trascurata, il lavoro ai giovani viene negato. Negli ospedali pubblici, nelle banche, ecc fanno carriera solo un gruppo ristretto di individui, scelti non per competenza, ma per segnalazione. In ogni luogo di lavoro non si fanno schede informative dei lavoratori dove si evidenzia il rendimento come avviene in molti luoghi di lavoro stranieri. Gli impiegati modello, premiati con livelli passano il tempo a importunare i colleghi e a fare dispetti. Smascherare i colpevoli non è facile, ognuno si nasconde dietro una maschera impeccabile di rispettabilità riconosciuta dalla collettività. Solo in Italia l’allenatore, il commissario della nazionale di calcio è costretto a dimettersi ogni volta che le partite vengono perse. Quando si vince il responsabile è invece un dio. L’Italia nell’immaginario collettivo rimane coì la patria del buonumore, della cordialità, del bel canto, del vino buono, del cibo genuino, delle notti brave. Speriamo che l’Italia focalizzi i suoi problemi e tragga giovamento dalle prove a cui è sottoposta. Spesso una prova dura favorisce una sorta di esaltazione febbrile, una voglia di riscatto. Il curriculum del nostro paese sarebbe perfetto manca solo la volontà di mettere in pratica gli insegnamenti del passato. In questo stato di abbandono incosciente non possiamo aspettarci le congratulazioni delle altre nazioni. L’Italia non è un paese squattrinato, debole è solo indolente.

 

Ester Eroli

 

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