Appellativi

AppellativiI tempi sono cambiati e un nuovo gergo, contagioso, si è impossessato delle parlate locali. Un gergo con sottili sfumature ironiche, imprevedibile, privo di dolcezza. Nel panorama desolante della realtà odierna distratta si è imposto in modo imperioso un nuovo modo di approccio con le donne di mezza età. Le donne di mezza età non ricevono attenzioni premurose, apprezzamenti gentili, parole speciali ma solo appellativi ironici, frasi sconvenienti. Spesso capita che per strada i giovani che danno i volantini, che distribuiscono pubblicità alle donne mature che passano per la strada si rivolgono con l’appellativo di signorina, detto però in tono ironico, con una intensità carica di ironia, pesante, indiscreta. Donne mature dotate di personalità, elegantemente vestite, frizzanti, dotate anche di bellezza, sia pur un po’ sfiorita, vengono apostrofate con parole taglienti anche da giovani ragazze che sembrano godere a dire frasi piccanti. Spesso chi fa volantinaggio fa anche dei commenti nei riguardi delle donne mature sui vestiti, sui capelli. Gli appellativi usati non sono per nulla educati e poi denotano una intimità che non esiste minimamente. Ogni donna di ogni strato sociale deve arrendersi all’arrivo del tramonto, che anche il suo fascino incantato, ma avere la sensazione di essere prese in giro fa male al cuore. Nessuno tenta di rimediare alle gaffe. Nelle donne mature al rimpianto della giovinezza perduta si aggiunge questo tormento che brucia l’anima e rivela anche il punto in cui è giunta la nostra società dei consumi, che consuma pure la bellezza, la giovinezza, che una volta scomparsa dalla persona questa in automatico non merita più rispetto. Una logica perversa che permea ogni ambito e che non lascia scampo. Invece siamo tutti uguali, tutti scritti nel libro raro della vita e destinati a invecchiare. L’unica sicurezza che anche i giovani maleducati conosceranno con il tempo il tramonto e allora anche per loro ci sarà un aspro commento, un appellativo pesante, carico di grida di sofferenza. La comprensione non pervade più la nostra società edonistica.

 

Ester Eroli

 

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