Aspetti del Carnevale

A partire dal 1466 Roma diventa la capitale del Carnevale, richiamando folle di curiosi da ogni parte. Si organizzano sfilate in maschera, tornei, giostre, lanci di monete, corse di cavalli ecc. Due sono le feste principali: la corsa dei Berberi e la festa dei moccoletti, molto attesa dal popolo. La prima era una corsa di cavalli che partivano da piazza del Popolo, sotto l’obelisco e arrivavano a piazza Venezia. I cavalli appartenevano a nobili e aristocratici. La seconda avveniva il martedì grasso. Ogni maschera usciva di casa con una fiaccola in mano e si dirigeva verso via del Corso. Come regola si doveva spegnere il lume di una persona di sesso opposto cercando di conservare accesso il proprio. Coloro che avevano la fiamma della lanterna spenta dovevano togliersi la maschera. Durante questi festeggiamenti accadeva di tutto perché la gente si lasciava andare. Il divertimento era folle accompagnato da ogni sorta di sregolatezze. In queste occasioni accadevano furti, omicidi, uccisioni, stupri. Ognuno si prendeva delle libertà impensabili. Per motivi di ordine pubblico si cercò di limitare queste feste cittadine. Fu Vittorio Emanuele ad abolire la corsa dei cavalli. Recentemente è stata ripristinata questa corsa con partenza sempre da Piazza del Popolo. In passato il vero carnevale romano si svolgeva a piazza Navona. Era soprattutto via nazionale il centro dei divertimenti con sbandieratori, costumi d’epoca, carri e carrozze. A via nazionale avvenivano sfilate allegoriche maestose accompagnate da carri e carrozze con maschere in costume d’epoca. Il carnevale in questa via era sontuoso, accompagnato da musica, coriandoli. Tutti i quartieri di Roma si mobilitavano per recarsi a via nazionale, punto di raccordo senza precedenti. Gli ultimi carnevali avvengono un po’ sottotono, con meno partecipazione popolare, con meno brio e entusiasmo. Come se il logorio della vita moderna abbia logorato anche l’aspetto ludico del carnevale. Si assiste a queste manifestazioni tesi, con il broncio, la gente sembra che ha perduto l’abitudine di sorridere.

 

Ester Eroli

 

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