Assuefazione

assuefazioneNon passa ora che non si senta la notizia di un attentato in qualche parte del globo. Il terrorismo ha imboccato la strada audace dell’imposizione, della conferma del suo potere. Con il fiato sospeso viviamo nella paura e nell’ansia ed evitiamo zone definite a rischio anche se comprendiamo che nessun posto è da considerarsi sicuro. La nostra vita si è trasformata, come le nostre abitudini. Con cura e giudizio  scegliamo i luoghi di vacanza, i locali da frequentare. Una lunga scia di sangue ha avvelenato i nostri giorni avvolti ormai nella profonda oscurità. Fatti spregevoli sono accaduti e noi possiamo solo prenderne atto indispettiti. Il mondo ha mostrato la sua debolezza davanti alla baldanza del terrorismo che agisce indisturbato. L’essenza stessa della vita viene distrutta, la ragione langue avvilita. In questa fase delicata ci colpiscono anche altri atteggiamenti grossolani .  I nostri giovani  restano impassibili, indifferenti come se tutto ciò fosse inevitabile, segnato dal destino. I giovani dicono che tutto passa, che non serve piangersi addosso, che è solo un momento, che loro vogliono ugualmente viaggiare e godersi la vita. Davanti ai morti scrollano le spalle, fingono partecipazione e cordoglio ma sono totalmente lontani  e indifferenti. Vogliono continuare a vivere di divertimenti, di fantasie, di risate liete, di corse audaci con le moto e per questo preferiscono il silenzio e il distacco. Le giovani ragazze vogliono ancora incedere nelle strade del lusso e dello shopping con vesti fastose senza modestia , i giovani vogliono ancora frequentare le discoteche rumorose. Il lutto per i giovani è inutile  e dannoso. Non desta nemmeno tenerezza la storia della giovane donna trucidata dai terroristi in attesa di un bimbo. Immaginiamo il suo orgoglio materno, il suo sorriso radioso. Al momento del brutale assalto forse avrà pregato, avrà cercato di inghiottire le lacrime, avrà pensato ai familiari sbiaditi sullo sfondo del ricordo. Nessun giovane si è intenerito davanti alla descrizione di certi atti barbari. Eppure davanti a certi eventi si dovrebbe piangere come bambini. A nulla è servito raccontare che certe persone sono nostre compaesane. Per i terroristi siamo soltanto un numero e forse anche per i nostri connazionali. L’assuefazione al male è il danno peggiore.

 

Ester Eroli

 

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