Di solito i vini migliori sono considerati i rossi e i bianchi, specie se provenienti da vitigni di pregio come Sangiovese, Barbera ecc. Eppure proprio da questi celebri vitigni appena menzionati e da altri, soprattutto rossi, si possono ottenere dei vini rosè delicati, fruttati, dall’aroma piacevole, profumati, freschi. I rosè nascono dalle uve rosse e vengono ottenuti con specifiche lavorazioni, ma possono essere serviti alla stessa temperatura dei vini bianchi. Ma proprio perché sono in bilico fra rosso e bianco non sono apprezzati a sufficienza. Alcuni bevitori accaniti non li considerano, li ignorano. Altri pensano ingenuamente che siano stati ottenuti mescolando vini bianchi e rossi. In Italia troviamo la Puglia come principale produttrice, perché il rosè ama le zone calde, con i rosati del Salento e il rosato di Castel del Monte. Rosè vengono prodotti in Toscana, in Alto Adige, Calabria ecc. All’estero li troviamo nella regione Navarra in Spagna, in Corsica, in Austria, in particolare nella Francia dei sud, dove vengono prodotti vini rosè con diversa intensità di colore e alcuni vengono chiamati grigi per il loro colore più spento. Sono considerati vini minori appartenenti a un mondo a parte e invece andrebbero conosciuti, come i loro cugini, gli spumanti rosati, che sono fragranti, frizzanti, allegri. Il rosè si abbina con i salumi, i formaggi, con il pesce al forno, con le carni bianche, con le parmigiane, con le verdure, i funghi, tartufi, i cereali, i legumi, la pasta, il riso. Il rosè è gradevole anche con la pizza, dato anche il suo non elevato grado alcolico. Il rosè si addice soprattutto, in questo è stato riscoperto di recente, agli antipasti, specie quelli a base di pesce. Usato come aperitivo prima del pasto, anche serale, ha un gusto gradevole anche perché può essere servito tranquillamente a bassa temperatura. Allora ogni tanto lasciamo prendere dalle bollicine rosa che possono aiutarci a vedere il mondo meno nero.
Ester Eroli