Cambiare veramente

Cambiare veramente‘Sono diventata questa senza neanche accorgermene’ canta Noemi per la colonna sonora di un famoso film. Mi rendo conto che spesso ha ragione. Capita che ci scopriamo a fare cose che un tempo non avremmo mai fatto. Oppure che non credevamo di essere in grado di fare. O, peggio, che non dovevamo essere in grado di fare. Comportamenti che spesso abbiamo notato cuciti addosso ad altre persone e li abbiamo etichettati come meschini. Ma è davvero così? Siamo persone in fieri, che continuiamo ad evolverci e cambiare senza riuscire a prendere coscienza di questo cambiamento? Nel tempo cambiamo amici, abitudini, comportamenti. Questo si. Ma cambiamo noi stessi? Forse non ci accorgiamo quando e quanto cambiamo? Di certo alcuni aspetti li notano prima gli altri che noi stessi. E’ palese. Può succedere che con stupore e due occhioni da cerbiatto al tua migliore amica che ti conosce da una vita dica “ma l’hai fatto veramente?”. O la variante più interessante per l’autostima “No dai non ci credo che l’hai fatto tu!” . Ma come? Mi conosci da vent’anni e non sai di cosa sono capace? Ma che amiche che ho, che mi sminuiscono così. Ma io so di cosa sono capace? Nel mio caso la risposta di certo è no. Non ho idea cosa so fare e cosa no, sono sempre insicura e cerco continuamente conferme. Tutto questo gelosamente custodito in una corazza dura e spessa che fa riflettere un’immagine molto diversa di me. Quella che voglio che gli altri vedano. Una ragazza sicura, ottimista, determinata. Ma non è così. Proprio per questo magari la mia amica non sa di cosa sono capace. Perché forse non riconosce la vera me tra le righe. La frase classica da mamma/nonna/migliore amica è “io si che ti conosco davvero”. Ecco quella frase li proprio non mi va giù. Intanto perché so che è vera. Lei si che mi conosce. E che cavolo. Posso mostrarmi come voglio ma lei sa quale sono io. E mi sento una sprovveduta. Un pulcino bagnato fuori dal guscio. Di certo per conoscermi così a fondo ce ne vuole. Sia di esperienza che di voglia di farlo. E può essere proprio questo il punto. Non ci fermiamo più a cercare di capire gli altri davvero. Spesso le amicizie sono limitate strettamente alla superficie. E così nascono gli amici virtuali che non guardi in faccia per vedere se stanno male, mentono o se stanno dicendo una. Ti limiti a dar per vero quello che passa al convento, il loro profilo, in questo caso. Esempio praticissimo. Io odio il pollo. Mi piace solo se è alla piastra ma fatto in un determinato modo e con poco sale. Quello in tegame non posso sopportarlo, quello al forno tanto meno. E principalmente a causa della pelle. Mi fa ribrezzo, la odio. Solo a vederla mi vien da vomitare. Allora, diciamo che mia suocera non è brava quanto mia mamma in cucina. Aggiungiamo che il piatto che le viene meglio è il pollo. In umido, in tecia, per dirla alla veneta. Ecco. Io, per non offendere la sua sensibilità, non le ho mai detto quanto non mi piaccia. E ogni volta cerco di trovare il pezzo con meno pelle. E mi obbligo almeno ad assaggiarlo. Poverina. Non voglio mica rovinarle la soddisfazione con tutta la fatica che ha fatto. Se lei dovesse dire, lei che non mi conosce a fondo come mia nonna, mia mamma e la mia amica, direbbe che amo il pollo. Ma non è così. E questo è un esempio sciocco, sia chiaro. Era per dire che chissà quante volte fingiamo di essere diversi, di avere altri gusti. Ma non perché siamo cambiati, semplicemente perché vogliamo far credere agli altri che siamo diversi. Insomma io non credo molto alla gente che cambia. E’ solo un fatto esteriore che chi non ti conosce a fondo può prendere per vero cambiamento. Ma te non sei così. E tu lo sai. Come lo sa bene chi ti è davvero vicino. Basta mangiare pollo, quindi!

 

Giulia Castellani

 

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