Molti luoghi hanno un notevole fascino ma riescono a imporsi all’attenzione dei turisti grazie a una sponsorizzazione e promozione turistica, anche alberghiera di rilievo. Norcia, in provincia di Perugia, è riuscita ad imporsi, migliorando il suo bilancio economico, nonostante l’intenso spopolamento subito negli ultimi anni. Norcia mantiene il primato di una delle mete più visitate dai turisti stranieri specie tedeschi. Un terremoto devastante aveva rovinato parte del centro storico distruggendo le tracce romane e preromane delle costruzioni e medioevali. A questo si è rimediato con un’intensa e sistematica ricostruzione fatta con logica. In altre parole si è ricostruito con criterio, ossia realizzando edifici non superiori ai tre piani e fatti poi con materiali adatti. Si sono risistemate chiese, conventi, monasteri, teatri. Il centro storico di Norcia è riuscito a mantenere solo la sua struttura ottocentesca.
Molto sponsorizzata è la fioritura della lenticchia a Castelluccio di Norcia. In un altopiano carsico, diviso in pian grande e pian piccolo, in tarda primavera si può vedere, ammirare da vicino un tappeto multicolore di molte specie floreali in fioritura. La strada panoramica, non lontano dal parco nazionale dei monti Sibillini, mostra un mosaico di fiori e colori. Il fenomeno della fioritura avviene fra fine maggio e inizio luglio. Si possono ammirare margherite, fiordalisi, papaveri, artemisie, gigli, genziane, anemoni.
Non lontano dall’altopiano si trovano boschi selvaggi ricchi di faggi, di caprioli, scoiattoli. In questa zona non sono rari i gatti selvatici, i lupi, i cinghiali. La fioritura è un incantevole spettacolo della natura e gli operatori turistici mettono in risalto l’evento. In Italia ci sono feste, sagre, incontri, opere d’arte che non vengono mai nemmeno menzionate. Molti ignorano l’esistenza nel nostro paese di capolavori d’arte e di natura. Bisognerebbe essere più attenti e curare di più il nostro patrimonio artistico e naturale.
Ester Eroli
“Audiovisivo Valnerina: Castelluccio di Norci”, di Marco Barcarotti