Classismo

Classismo

Le insegne luminose dei negozi, gli addobbi natalizi con le loro brillanti pulsazioni invitano agli acquisti in modo sfacciato anche i più timidi. Nonostante le preoccupazioni economiche dell’ultima ora molti provano il gusto degli acquisti senza farsi prendere dal panico. Spendere rappresenta un modo per evadere dalla realtà, una gratificazione per l’io frustrato, una via di fuga intesa come rimedio al male di vivere. Facendo il punto della situazione sembra che i consumi stiano invertendo la marcia anche se è prematuro fare bilanci dettagliati. Trapela un nuovo spirito della gente. In passato certo la gente si abbandonava di più allo shopping sfrenato. Ora si compra in modo più accorto e consapevole, meno dinamico. Le preoccupazioni giacciono nascoste, silenziose in fondo al cuore. Tuttavia lo shopping appare ancora una chimera piena di illusioni per molti. Infatti prendendo spunto dalla realtà ci si rende conto che non è tutto oro quello che luce. Ancora una volta siamo di fronte, anche in tema di shopping, a una rigida divisione in classi. Il percorso riconduce alla stessa situazione vecchia di secoli. La divisione in ceti appare evidente anche in fatto di cibo. Il cibo dei ricchi, dei signori è sempre lo stesso anche in epoca di crisi. I menù dei ristoranti, le merci dei supermercati del centro di città sono diversi se destinati a un pubblico benestante. Nei supermarket del centro delle città troviamo la carne di cervo, quella Argentina e olandese, i vini costosi. I ricchi mangiano fagiani, carpe, cervi, salmone, caviale, aragoste, vitello . Il ceto medio, che ora è in sofferenza, si accontenta di manzo, di cernia. Le classi più povere si accontentano di ceci, cipolle, verdure, sgombri . Ai poveri spesso non vengono date nemmeno le briciole di lauti banchetti. Allora torna sempre l’antico classismo trito che sembrava morto anche a Natale. Anche a Natale le mense dei ricchi sono sempre più succulente. Anche a Natale si possono sentire signore in pelliccia vantarsi delle loro prelibatezze e specialità culinarie natalizie proprio davanti a un ricovero per senzatetto oppure si può vedere una signora mostrare i suoi gioielli in un ospedale pubblico. La rigida divisione in classi permane nonostante gli auguri di buon Natale, ma non sarà un Natale buono per tutti specie se continua la tacita e prepotente lotta di classe.

 

Ester Eroli

 

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