Combattere il male

Combattere il maleIl male si insinua ovunque, spesso appare banale ma permea ogni azione, ogni luogo, avvelena ogni momento. Per combattere il male che rende deboli, bisogna seguire alcuni accorgimenti. Innanzitutto bisogna capire le sue origini, capire perché nutre la psiche di molte persone. In seconda battuta bisogna misurarsi nelle pericolose avversità senza ribellioni nutrendosi solo della quotidianità, senza pretese. Rifugiarsi nella realtà, nelle sue avversità costituisce un rimedio naturale. Infatti il peccato nasce dal puro desiderio di elevarsi sopra gli altri. Gli ostacoli della vita  spesso purtroppo aumentano il desiderio di supremazia, di rivincita, di riscatto . Ci vuole un ridimensionamento del desiderio, una sua rimozione.   Occorre eliminare la tracotanza, la voglia di infrangere le regole, la superbia. Bisogna neutralizzare l’aggressività.  Inoltre sarebbe necessario un atteggiamento remissivo caratterizzato dalla voglia di redenzione. In altre parole dovremo avere vergogna del male fatto. Un antidoto al male è anche la ricerca paziente di un equilibrio, che avviene anche con il superamento del dolore della vita, che non è sempre negativo ma spesso aiuta la creatività e l’elevazione spirituale. E’ necessario poi attingere dall’esperienza e evitare le lotte, i contrasti, ma anche le costrizioni, le proibizioni. Crearsi dei punti di riferimento aiuta a combattere il male. E’ utile dimenticare traumi, abbandoni, frustrazioni, vessazioni. Non rispondere mai alla violenza con altro male. Il culto della personalità è poi fondamentale , essa deve essere forte, libera, costruttiva   e non falsa, creata ad arte per compiacere gli altri. E’ importante adeguarsi ai valori conosciuti. La persona deve accettare la parte cattiva di sé per cercare di unirla a quella buona. Per far questo occorre evitare sogni di potenza, di grandezza, lacerazioni, sensi di colpa. Il successo rende troppo imprudenti, come pure la esaltazione di sé.   Occorre lasciare spazio alla fantasia, alla creatività psicologica, evitando risentimenti. La persona deve però sempre riconoscere i propri limiti e trovare le proprie radici. Il ribelle, il trasgressivo finisce nell’isolamento. Nel processo di ristrutturazione del proprio io occorre evitare eccessive dipendenze, da altri, da idee, da concetti, ideologie. E’ utile la ricerca della giustizia sociale che comincia educando se stessi e eliminando la doppiezza, la cattiva coscienza. L’importante è non giudicare gli altri, non incolparli del nostro male. Occorre evitare di rincorrere ideali, idee di perfezione, progetti di vasta portata. Nel caso capita di fare il male in modo inconsapevole occorre cercare di espiare, senza punizioni troppo severe. Interessante sarà lo studio del proprio processo psicologico per risorgere e rigenerarsi. Sono pericolosi il narcisismo, l’avidità, la smania di possesso. Nel processo di crescita psichica verso l’abbandono del male occorre non lasciarsi trascinare dai ricordi, specie dolorosi. La tolleranza è l’atteggiamento migliore per ricostruire il proprio mondo interiore. Lo spirito di adattamento, la elaborazione della perdita costituiscono un valido supporto. La saggezza, l’altruismo sono validi alleati anche per combattere l’isolamento, la nostalgia. La preparazione spirituale, la ricerca di armonia  sono  sempre valide . Nella elevazione della propria coscienza occorre valutare le proprie potenzialità e scegliere soprattutto, fin dove è possibile, persone compatibili al proprio carattere. Per rispetto di se stessi bisogna accettare le privazioni, eliminare l’stinto  e l’egoismo. Per elevarsi occorre sviluppare il senso di appartenenza a una nazione, un gruppo, una famiglia pur non trascurando la propria indipendenza.  Lo spirito deve essere aperto a tutto, spinto alla conoscenza deve imparare a pensare per capire il senso della vita. Nell’accettare la casualità bisogna evitare i compromessi, le dissolutezze, gli eccessi, le emarginazioni. Nella tendenza alla totalità va evitato il narcisismo della ragione, il conformismo . Il perdono è l’arma migliore per combattere i nemici. Naturalmente va evitato l’umore depressivo, la malinconia, l’invidia, l’indifferenza, l’impotenza, le contraddizioni, la crudeltà .  ma anche l’attivismo infaticabile. Evitare la vendetta nella vita sociale, ma lasciare spazio alla compassione . La rassegnazione eccessiva può essere nociva nella lotta contro il male. Conviene, per la propria integrità psicologica, accettare il destino, l’evoluzione della propria vita, i fallimenti. Per dare un senso alle cose bisogna imparare a comprendere, rinunciando  talvolta alle proprie ambizioni. L’introversione, le chiusure narcisistiche sono deleterie. Per far crescere l’nima occorre condividere con gli altri le gioie e i dolori e in mancanza di punti di riferimento creare dei sostituti simbolici . La rinascita del proprio io dipende dalla capacità di godere la vita, di godere la cultura, di accettare la propria epoca, di accettare l’avversità e le trasformazioni dell’esistenza. Il nodo cruciale è  saper ascoltare, avere spirito di sacrificio  e non aspettarsi una ricompensa per la propria virtù. La pazienza è l’unica virtù che va coltivata, mentre le passioni forti vanno osteggiate. Deve sempre prevalere il senso di responsabilità. Bisogna imparare ad accettare le apparenti illogicità della realtà, il mondo interiore degli altri ambiguo, lo strano inconscio collettivo. La debolezza altrui va accettata  e con gli altri va cercato sempre un confronto. Si deve sempre decidere senza sudditanze ma si deve accettare lo stato precario insito nella natura umana. Non serve seguire il richiamo dell’ignoto. Per combattere il male il primo passo è crearsi un profilo psicologico personale capace di reggere a tutti gli urti. Questa è la regola basilare.

 

Ester Eroli

 

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