Constatazione

ConstatazioneCi sentiamo talvolta come dei burattini caricati con carica meccanica  per lavorare, sgobbare poi quando la carica finisce ci afflosciamo al suolo pronti per essere riposti senza tante cerimonie in un armadio vecchio e tarlato. Spesso al lavoro ci vedono come braccia, come macchine produttive senza anima, a casa come persone attive, disponibili, pronti ad affrontare qualsiasi tempesta. I genitori ci vogliono vedere sempre felici, i figli sempre attenti, il partener sempre perfetti. Nessuno intravede il velo triste dei nostri occhi stanchi, stanchi della soffocante routine, della maleducazione, della falsa amicizia, del ghigno dei superbi. Siamo esemplari di  burattini fragili, di legno, di passaggio. Allietiamo rispettosamente con le nostre rappresentazioni le vite edificanti dei vittoriosi. Per un tozzo di pane dobbiamo subire le astuzie femminili di colleghe rivali, la volontà di potenza dei capi, un ambiente di lavoro dove ci si evita persino di guardarsi. Di ritorno dalle ferie natalizie i nostri auguri di buon anno non ricevono risposta da nessuno. I dirigenti distanti si sentono superiori, come se un saluto anche freddo potesse togliere a loro veramente la carriera, le ricchezze accumulate, i viaggi fatti, il prestigio. Ci sono dei saluti, degli auguri che offendono, che non si possono fare per nessuna ragione al mondo. Ci persuadiamo che non fa nulla, che gli auguri si possono eliminare. Diamo per scontato che siamo dei burattini pronti a essere presi a calci, venduti per poche lire. Burattini ricoperti di stracci, non di abiti regali,  che non hanno dignità. Intanto ci guardano tutti con aria compiaciuta, con placida soddisfazione. I superbi ci guardano con occhi ironici e acquosi. Poi constatiamo che ci sono mancanze di rispetto peggiori, parenti stretti  lontani che non possono tornare per partecipare alle esequie di un nostro genitore accampando scuse di ordine economico e poi poco dopo tornano più volte per partecipare a matrimoni, battesimi persino di nipoti e cugini di secondo grado alla lontana . Il motivo economico che si dilegua all’improvviso, quando sappiamo tutti che partecipare alle nozze è più costoso di un funerale, in cui basta solo un abito scuro e la faccia atteggiata a tristezza, anche senza sentirla intimamente. Restiamo paralizzati per il disgusto. In queste fetide tenebre lottiamo nella melma senza avere alternative. Non serve prendere iniziative, cercare appoggi, mostrarsi attivi, fuggire furtivamente, apparire indifferenti. Ogni sforzo è sprecato. Saremo sempre perseguitati dai fanatici ironici, dai furbi, dagli spacconi. La nostra unica missione forse è quella di essere rassegnati come burattini che dopo aver corso in lungo e in largo sul palcoscenico mossi da invisibili fili vengono rinchiusi in un soffocante e polveroso cassetto come oggetti ormai inservibili, privi di anima. Eppure un tempo ne avevamo una. Noi non  la abbiamo dimenticata, ma la maggior parte delle persone sembra di sì. Allora non ci resta che fare una piroette salutare il pubblico pagante e ritirarci ordinatamente in attesa della prossima rappresentazione, del prossimo allestimento scenico dove continuiamo a non contare nulla.

 

Ester Eroli

 

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