Davide Lazzaretti: l’unto del Signore

Davide Lazzaretti: l’unto del SignoreVorrei richiamare la vostra attenzione su uno personaggio del recente passato, assai scomodo sia per il nuovo Stato Italiano, che si era appena riappropriato di Roma( capitale naturale), sia per la Chiesa che, invece, aveva appena perso il potere temporale e non voleva altre macchie su quello spirituale.

Il suo nome era Davide Lazzaretti, nato nel 1834 ad Arcidosso sul monte Amiata, da famiglia poverissima. Protagonista di una vita avventurosa, drammatica, a volte farsesca, fu chiamato il Cristo dell’Amiata, non tanto per le sue predicazioni , quanto per la creazione di un movimento religioso definito Giudavidismo.

Per molti anni della sua esistenza visse in povertà nella sua Maremma falcidiata dall’endemica malaria di cui anch’egli si ammalò e che determinò una brusca svolta della sua vita: lasciò moglie figli e malattia per combattere per l’unità d’Italia. Partecipò alla battaglia di Castelfidardo e poi si unì ai garibaldini. Nel 1868, all’età di Cristo, la svolta ascetica, sul monte Labbro (a suo dire) gli apparve la Madonna e dopo altre successive visioni cominciò a predicare nella zona, attirando un gran numero di seguaci che lo sostennero sia, ideologicamente, che economicamente.

Nel 1870 poco prima della presa di Roma, fu ricevuto da papa Pio IX, assai infastidito ma incuriosito da quel rozzo pastore laico che aveva fondato un movimento strampalato; ma gli diede poco credito, ritenendo che uno zotico esaltato cole lui, avrebbe potuto far ben poco danno al prestigio della Chiesa. Ma il seguito del Lazzaretti cresceva, facendo molti proseliti in Toscana e perfino in Francia, tanto da farsi chiamare l’unto del Signore. La sua comunità denominata Giusdavidica, ossia fondata sul diritto del re biblico Davide, assunse i caratteri di un sorta di socialismo mistico, utopistico, suscitando la curiosità e la simpatia anche di personaggi famosi del mondo filosofico e storico di allora. Aveva avuto, infatti, l’involontario merito di far convergere, per la prima volta, le identità di vedute sullo scottante contrasto teologico-politico tra il neo Stato Italiano e il millenario Stato della Chiesa, allora in inevitabile rottura a seguito dell’annessione del territorio pontificio prima e della breccia di Porta Pia poi.Davide Lazzaretti l’unto del Signore 2

Fiutando i possibili guai derivati dai rischi ideologici assunti, nel 1871 decise di ritirarsi in meditazione sull’isola di Montecristo, ma dopo pochi mesi riapparve, ad acque chete, più pimpante e battagliero che mai. Si ripresentò ai suoi numerosi seguaci con la bandiera rossa in una mano ed il suo fresco libro nell’altra, propagandandone i contenuti di ascetismo eretico frammisto a un delirante socialismo.

Definito un visionario socialista ante litteram, Davide Lazzaretti è stato oggetto di studi, valutazioni, discussioni e anche, in qualche modo, di rivalutazioni. Illustri personaggi d’indubbio peso culturale come Rasmussen, Moscato, Guy De Maupassant, Petacco, Gadda, Hobsbawn, Gramsci, definirono la sua protesta sociale genuina, sebbene non connotata da condivisibile matrice religiosa.

Nel 1877 il drastico provvedimento: La Chiesa Lo scomunicò e lo Stato Italiano gl’ ingiunse ufficialmente di non proseguire con la sua politica sovversiva, pena l’intervento severo della legge. Ma lui non se ne curò nemmeno, forte del suo seguito, continuò la sua missione pastorale e, in segno di sfida e d’indomita contestazione, il 13agosto del 1878, indisse e organizzò una grande processione. Alla testa di tutti suoi numerosi seguaci, percorse il tragitto da Monte Labbro ad Arcidosso. La folla eccitatissima, scandì per tutto il percorso slogan e pesanti ingiurie nei confronti del Papa e del Re ma…ad attenderlo a fine percorso trovò i carabinieri che, coi fucili spianati, gl’intimarono di sciogliere la manifestazione sediziosa. Il suo netto e beffardo rifiuto costò la vita a lui e ai più stretti seguaci!

 

Adriano Zara

 

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