Dedicato a lei

Dedicato a leiOggi si sposa una ragazza che conosco. Anzi, una mia ex compagna delle superiori che tristemente conosciamo io e la amica dentista. Neanche a dirlo non ci ha invitata, la snob. Non che noi volessimo o avremmo accettato, fatto sta che non ci ha invitato. Però ci sarà una nostra conoscenza, istruita a dovere. E noi ci tratterremo da mettere trench, occhialoni scuri e foulard sulla testa e andare a spiare. Si perché anche se non la sopportiamo, se sua madre è uno dei peggiori nostri spauracchi, vorremmo vedere. Infatti la nostra  infiltrata  sa che deve mandarci foto. Ufficialmente siamo rimaste d’accordo che questa curiosità nasce dalla voglia di coglierla in castagna, di vedere quale assurdo scivolone farà la novella sposa. Perché non è una tipa molto fine e neanche una che si fa voler bene, no no. In realtà la domanda è: come mai lei, proprio lei si sposa? Neanche un’equazione mi impegnava così la testa. Sono giorni che ci penso e non riesco a capire come una egoista come lei, che non ha amiche e non ha festeggiato neanche l’addio al nubilato possa arrivare a questo traguardo. Intendo il mettersi l’uno nelle mani dell’altro, il donarsi completo. Forse con lui è diversa mah. Eppure anche le sue ex coinquiline l’hanno cacciata di casa, lei è la sua vita e la sua vita è lei. Se vogliamo aggiungere anche chi sposa abbiamo messo la ciliegina sulla torta. Io sono già sposata non dovrei avere problemi. E’ che ho fatto anche i corsi per i fidanzati in Chiesa e di coppie ne ho viste. Quante ragazze seriamente intenzionate, che ci credevano e perdutamente innamorate dovevano soccombere ad un fidanzato che perennemente procrastinava? E quanti i dubbi, i tempi di attesa, le discussioni. Lei no. Dritta spedita come al liceo. Laurea, anello, lavoro, matrimonio. Non mi meraviglierei se ci piazzasse anche un bambino tra poco. La classica persona che cade sempre in piedi. Al confronto della quale tu sei inadeguata. Tu, normale ragazzetta di provincia con insicurezze e sogni nel cassetto. Lei a cui non puoi raccontare nulla perché sai che può solo ascoltarti. Perché non prova imbarazzi, vergogne o momenti down. Lei no. La sua vita è più facile. Ma quante ne conosciamo tutti di persone così. Che le guardi e non puoi essere invidioso, ti viene da dirle di rilassarsi ma non ce la fai perché un po’ pensi che qualcosa in più deve avere se riesce in tutto mentre a te sin dall’asilo la suora ti diceva pasticciona. Eppure anche la mia categoria (amica dentista e amica infiltrata comprese), novelle Bridget Jones, che potremmo scrivere il libro su situazioni vissute, passi fatti e cambiamenti, siamo ancora qui ad aspettare che una delle nostre compagne di liceo si sposi per vedere come va. E sotto sotto cercare il difetto. Forse per normalizzare lei e innalzare un po’ noi che l’abbiamo scovato. Forse a trent’anni sarebbe più giusto essere contente per gli altri, fortificate come siamo da anni di mazzate della vita. Questo ‘evento’ dovrebbe scivolare sul piano inclinato della nostra indifferenza. Invece no. Non solo ne abbiamo parlato per giorni, oserei settimane, io sono anche qui a scriverne. In fondo per certe cose siamo delle bambine.

 

Giulia Castellani

 

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