Deludere i genitori

In passato difficilmente si disobbediva ai genitori, la ribellione non era vista di buon occhio. Forse troppa era la dipendenza dalla famiglia di origine. Molte ragazze erano costrette a sposare l’uomo scelto dai genitori, i figli di un avvocato erano costretti a laurearsi in legge.

Ora i tempi sono cambiati e sono i genitori ad accontentare le richieste dei figli, quasi intimoriti. Essi devono capire al volo i desideri dei figli e assecondarli. Un rifiuto non è ammesso, non è concepibile. I genitori spontaneamente sostengono le cause dei figli anche quando sono assurde, perse in partenza. I sacrifici dei genitori vengono puntualmente dimenticati. Molti genitori rinfacciano i propri sacrifici ma a un certo punto devono desistere. I figli succhiano energie, assorbono soldi e tempo. Alcuni danno grandi soddisfazioni.

Tuttavia negli ultimi tempi pare di moda deludere i genitori. Così un padre che ha un hotel di lusso vede sfumato il suo sogno di continuità quando i suoi quattro figli scelgono tutti carriere diverse. Preferiscono fare i muratori, i facchini magari piuttosto che prendere in mano le redini dell’albergo. Così i figli di impiegati non ne vogliono sapere di fare i concorsi e fanno gli imbianchini, i camionisti, professioni rispettabili, ma non in linea con lo studio effettuato e con le tradizioni di famiglia. Ottici, medici vedono il loro studio chiuso dopo essere andati in pensione perché i figli non vogliono saperne e magari vanno a fare i buttafuori in una discoteca di Cuba dove vivono in mini appartamenti e vanno avanti con cene a domicilio. I genitori appena aprono bocca vengono attaccati fino alla nausea. Genitori impegnati nel sociale hanno figli avari, corrotti, avidi. Donne volontarie nelle parrocchie hanno figli atei. Donne sarte hanno figlie che amano comprare solo abiti delle boutique e non riescono a convincerle ad indossare abiti cuciti su misura da loro , che sarebbe il sogno di tante ragazze.  Gli abiti confezionati su misura hanno uno stile diverso, più autentico. Negozianti hanno figli che non amano il commercio, il contatto con la gente. Certo ognuno deve seguire le proprie inclinazioni ma nessuno sembra dare soddisfazione a certi genitori che restano perennemente a bocca asciutta. Spesso un figlio si impegna nell’attività del padre ben avviata solo dopo la morte improvvisa e prematura di questo. Bisogna morire per vedere un figlio realizzato in una professione simili alla propria. Ci sono orafi che non riescono a trasmettere la propria arte ai figli, ai nipoti. Spesso i figli per motivi professionali non parlano più ai genitori, che se chiamano a casa del figlio sentono solo la segreteria telefonica. Molti figli fingono interesse,  mentono spudoratamente e poi fanno i propri comodi.  Per un genitore tuttavia è un sollievo vedere un figlio che se la cava comunque indipendentemente dalle scelte.  Manca però il dialogo fra generazioni.

Ultimamente si constata purtroppo la volontà di trasgredire pesantemente, spudoratamente, senza tregua  Si deludono i genitori morendo in incidenti stradali, con le moto, di overdose, di intossicazione da farmaci, di anoressia, di bulimia ecc.

Forse è necessaria una urgente ripresa del colloquio genitori-figli che si è interrotto per inseguire inutili chimere tralasciando l’essenziale. I figli devono tornare ad essere meno arrogati, i genitori più amici nel vero senso della parola.

 

Ester Eroli

 

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