Dietro la facciata della chiesa romana di Santa Barnaba

Dietro la facciata della chiesa romana di Santa BarnabaNelle grandi città disumane la chiesa parrocchiale diviene spesso un punto di riferimento per la gente che qui si incontra, di conosce, si aiuta, una specie di paese che genera il senso di appartenenza. La comunità parrocchiale forma i giovani, interviene direttamente nelle questioni del quartiere, favorisce l’inserimento di gente venuta da fuori, coinvolge le persone nelle varie attività di assistenza, educazione e volontariato, ricreative e sportive, collabora con vari enti. La comunità diventa per tutti una seconda famiglia.

Dietro comunque la bella e armoniosa facciata di una qualunque chiesa del mondo spesso c’è tutto un lavoro di impegno da parte di più persone. La chiesa romana del quartiere della borgata della Marranella, dedicata a Santa Barnaba, nella periferia est della capitale, in origine era una chiesa provvisoria, un semplice capannone, una specie di baracca che sorgeva fra strade fangose e campi incolti. Non vi erano locali per le abitazioni dei sacerdoti che dovevano risiedere altrove e spostarsi come pendolari. Non vi erano campi sportivi, né saloni utili per le varie attività e riunioni. Se la parrocchia si è trasformata nel tempo ciò è dovuto all’impegno costante di alcuni audaci pionieri, sia laici che religiosi, che hanno lottato anche contro assurde burocrazie con zelo e rettitudine. Molti hanno lavorato alacremente per dissodare il terreno e creare una armoniosa convivenza umana.

Cardinali, vescovi, fondatori di ordini religiosi hanno fatto pressione in Vaticano per ottenere una chiesa nella zona molto popolosa e molto desolata, specie all’inizio della sua formazione, nei lontani anni trenta. La chiesa sin dalle origini si impegna ad assistere le persone più bisognose anche in condizioni di precarietà, non avendo una struttura completa cui far riferimento. Molti fanno pressione e si adoperano affinchè la neonata chiesa venga ampliata e inserita nel regolare piano regolatore generale della città. Molti cercano di mediare per avere una rete stradale sufficiente e una adeguata illuminazione delle strade. Molti preti, parroci venuti da Brescia, da Trento, si impegnano attivamente anche lavorando nella baracca.

La provvisorietà durò per Santa Barnaba ben venticinque anni, un periodo pieno di disagi. I sacerdoti erano costretti ad abitare in una casa presa in affitto poco distante. Era difficile gestire la parrocchia in quanto il suo territorio era abbastanza vasto. La seconda guerra non fa che aggravare la situazione e danneggiare gli ambienti creati. Solo negli anni cinquanta, in piena ricostruzione, si realizza il progetto per la nuova chiesa fra enormi difficoltà. La gente partecipa con un contributo. Incaricata della costruzione, dopo una attenta ricerca, è l’impresa Castelli. La nuova parrocchia si adopera per accogliere la gioventù più povera, si munisce di un oratorio, di un campo sportivo.

La nuova chiesa in stile basilicale in mattoni viene arricchita con opere d’arte e decorazioni simboliche come quelle dell’abside. Il pittore che l’ha realizzata ha dovuto superare non poche difficoltà create dalla superfice curva dell’abside. Le pitture si ispirano ai temi tradizionali. Le pareti sono affrescate e curate nei particolari e arricchite di reliquie. Con pazienza certosina sono state portate nella chiesa numerose reliquie di santi oltre che di San Barnaba. La riorganizzazione della chiesa è stata un lavoro lento, paziente, metodico data la scarsità di mezzi, di risorse economiche e qualche volta anche di persone. Sono stati fatti dei sacrifici immani che oggi sembrano incredibili. Ora la chiesa appare come una delle meglio organizzate a Roma. Il vecchio capannone non esiste più per fortuna, è stato demolito, anche con qualche rimpianto per chi vi era affezionato. Ora la chiesa ha la sua sede fissa e i locali necessari, dopo tutta una serie di radicali cambiamenti. Per arrivare alla sua realizzazione completa spesso ogni volta si è dovuto quasi ricominciare daccapo. I tempi cambiano come le mentalità, gli stili di vita ma la bontà del cuore di certe persone resta immutata nel tempo.

 

Ester Eroli

 

Azione cattolica S. barnaba Roma Campo vitorchiano 2008

 

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