Donne apprezzate

Nel presente nel mondo del lavoro è facile incontrare donne spietate, capi raffinati e indiscussi che passano il tempo a lodarsi, assorte solo nella contemplazione avida di sé. Fanno discorsi solo sul loro potere e sui vantaggi che ne sono derivati. Sono donne capricciose che amano il lusso, la sorpresa, l’agiatezza. Sono fiere, entusiaste  e si considerano superiori alle altre che al loro passaggio sono costrette a ritirarsi.

Le donne in affari non conoscono sentimenti, le dirigenti sono antagoniste, rivali, pericolose, testarde, ipocrite, gaudenti  . Non conoscono finezze, si intromettono persino nella vita privata dei dipendenti. Il loro senso del dovere le porta ad essere dei tiranni peggio degli uomini. Con le altre donne dirigenti si mostrano amichevoli e disinvolte ma sono convinte di essere superiori.

Per le donne avere dirigenti di sesso femminile significa non venir mai apprezzate. E raro che una donna sia lodata per il suo operato, per il modo come fa funzionare il lavoro. Le dirigenti anche fra di loro si fanno la guerra e la posto in gioco sono i dipendenti. Interi dipartimenti soffrono per la guerra tacita fra dirigenti capo area. Le donne verso i propri simili sono spietate serial killer, e non sono mai disposte a riconoscere il valore di un’altra donna. Fanno fatica persino  a salutarla se la incontrano. L’odio, il contrasto alcune volte non conosce tregua. Non ci sono mai ripensamenti, rimorsi. Nessuna donna apprezza le qualità di un’altra, anzi tende  a sminuire. Intanto il lavoro stesso ne risente. Una donna non è mai disposta a fare un complimento, non dirà mai a una collega che la trova dimagrita e in perfetta forma.

Molte donne per evitare lotte di potere si isolano, cercano di ecclissarsi.

Bisognerebbe lottare contro questa ignoranza, contro questa stupidità. Non serve essere capi di aziende, laureate se si fanno errori grossolani, se si è maleducati verso persone dello stesso sesso. I fondo la vita è un passaggio e un po’ di armonia, specie al lavoro, non guasta. Basta cominciare a sorridere.

 

Ester Eroli

 

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