Due storie sui pirati tra realtà e fantasia

La figura del pirata come protagonista di storie di avventura ebbe la sua consacrazione nell’Ottocento, grazie ad autori come Stevenson e Salgari: da allora ha vissuto vari alti e bassi, grazie in particolare anche ad alcuni filmetti non certo di buona qualità anni Cinquanta e Sessanta.

Negli anni Settanta i pirati hanno goduto di un nuovo periodo di interesse, grazie al mitico sceneggiato Sandokan con Kabir Bedi e all’altrettanto mitico anime Capitan Harlock di Leiji Matsumoto, che sposta le avventure piratesche nello spazio e mille anni nel futuro, e che ha avuto poi varie avventure successive.

In questi ultimi anni i pirati sono tornati in auge grazie a due storie, una raccontata al cinema e l’altra in tv, che hanno raccontato nuove loro avventure tra realtà e fantasia, riuscendo a dare smalto ad una figura che per molti era un po’ lontana nel tempo, se si esclude appunto la rilettura di Harlock nel futuro.

La serie cinematografica di Pirati dei Caraibi, ispirata ad un’attrazione dei parchi di divertimento Disney, mescola i film d’avventura con il fantastico, costruendo un Settecento esotico poco storico ma divertente e ricco di elementi di momenti diversi, dove convivono varie tradizioni leggendarie sul mare, azione e personaggi che sono riusciti, a cominciare dal pirata Jack Sparrow, con cui Johnny Depp mette a segno una delle sue più riuscite interpretazioni.

Jack Sparrow è arruffone, pasticcione, per nulla eroico, sempre in cerca di un modo per arricchirsi e scappare fuori dai guai, eppure riesce sempre a uscire vincente dalle sue avventure e ad aiutare persone che non riconoscerebbe nemmeno senza tortura che sono sue amiche e a cui è affezionato. Tanto alla fine parte sempre per nuovi orizzonti, sperando di diventare il grande pirata che vorrebbe e che non riesce ad essere, al comando di una ciurma che riesce sempre a deludere. Con Jack Sparrow si ride tra gag e battute, e si vede un antieroe al centro di maledizioni marine, spettri in cerca di vendetta, storie d’amore che lui guarda sdegnato, in una saga che tra alti e bassi (i due film migliori sono il primo e l’ultimo) rilegge archetipi rendendoli simpatici al pubblico di oggi.

Toni diversi ma non meno interessanti invece per la serie The Black Sails, quattro stagioni prodotte da Starz e trasmesse dal 2014 al 2017, che funge da prequel de L’isola del tesoro ma che racconta la realtà della vita dei pirati storici, non certo degli eroi, nei Caraibi zona di scontro tra varie potenze europee.

Molti dei personaggi, come John Silver, tornano poi anche nel classico di Stevenson, e non mancano le figure storiche, come la temibile Anne Bonny, solo uno dei tanti personaggi femminili, tra piratesse e donne da bordello, di una vicenda in cui si mescolano passioni, combattimenti, giochi di potere, realistica e cruda.

Il protagonista della vicenda è però il capitano James Flint, pirata in cerca di una sua affermazione in mezzo agli altri, interpretato dall’attore di teatro nonché figlio d’arte (sua madre è la grande Maggie Smith) Toby Stevens. Anche qui ci sono cacce al tesoro e scontri, ma il tutto è chiaramente realistico, ed è senz’altro interessante scoprire il vero volto di personaggi che non erano eroi ribelli senza causa, ma erano criminali, senza scrupoli e spesso al soldo di qualche sovrano.

In maniera diversa, sia Pirati dei Caraibi che Black sails hanno dato lustro ad una figura comunque affascinante, che fa ancora sognare oggi ma di cui non va dimenticata la realtà storica. Anche perché i pirati, quelli veri, quelli non eroici, ci sono ancora oggi, in zone del mondo dove di nuovo si scontrano interessi.

 

Elena Romanello

 

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