Epistolario

Nella realtà moderna ormai si scrivono solo email veloci, frasi fatte su facebook, parole di saluto, frasi di circostanza scritte al cellulare . La comunicazione scorre velocemente, non arricchisce non svilisce, resta atona, fredda, indifferente. Nei social si parta liberamente di cose che appartengono a tutti ma senza poesia. Gli amici si ritrovano sui social, condividono foto, racconti ma si tratta di un accordo fittizio che resta sulla carta senza una reale sintonia di anime. L’amicizia che ne scaturisce è quasi sempre superficiale non profonda. Si indugia a parlare di futilità salvo poi prendere di petto persone innocenti e ingenue. I contatti si moltiplicano, galleggiano nell’aria senza raggiungere il cuore. Sono dettati dall’impulso del momento. Nei nostri tempi inquieti si agisce d’impulso senza prudenza e si arriva ad oscurare il concetto stesso di amicizia. Nei social in ogni angolo c’è in agguato il pericolo di incappare in persone sbagliate.

In passato ci si affidava alla lettera scritta a mano, magari profumata di gelsomino per gli innamorati, o scritta di fretta con affanno al fronte dai soldati. Le lettere consolavano, miglioravano, favorivano amicizie splendide, ispiravano. Chi leggeva la lettera sentiva la presenza vicino della persona. Chi la mandava pensava mentalmente all’arrivo della missiva. Le lettere rispecchiavano la personalità di chi le scriveva erano piene magari di riflessioni, contraddizioni, ammiccamenti, interpretazioni. Si stava per ore immobili a leggere la lettera come paralizzati. Si andava di corsa incontro al postino specie nei paesi sperduti. Con le lettere si poteva ridere insieme, gioire insieme, contristarsi, esprimere giudizi, parlare di giustizia. Ognuno con occhio acuto indovinava il carattere dell’altro che veniva in evidenza, messo a nudo come sotto i riflettori.

Per capire uno scrittore, un poeta, uno scienziato erano di particolare importanze le sue lettere. L’analisi dell’epistolario consentiva di risalire anche alla sua arte, alla fonte della sua ispirazione. Infatti nelle lettere spesso gli intellettuali, musicisti, pittori ecc  parlavano anche della realizzazione della loro opera, delle loro difficoltà. Le lettere erano confessioni, spiegazioni della propria arte.

Pensiamo all’epistolario fra Dino Campana e sibilla Aleramo, alle lettere di Gramsci, alle lettere del poeta Leopardi. Nelle lettere ci sono accenni vistosi alla propria natura, alla propria arte. Si può risalire addirittura a capire la genesi di un’opera importante. L’epistolario consente di ricostruire passaggi, periodi di vita di grandi personalità. Nelle lettere agli amici si è sinceri e si esprime a pieno la propria idea su qualsiasi argomento.

Anche le lettere di gente comune sono importanti. Spesso venivano conservate con gelosa cura. Così possiamo leggere le lettere dei nostri antenati e capire il loro modo di vivere e sentire.

Ogni giorno guardiamo con ribrezzo le poche righe che ci vengono scritte in posta elettronica, avare di luce e calore umano.

 

Ester Eroli

 

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