Esistono ancora i pasti regolari?

Esistono ancora i pasti regolariIl lavoro e il lavoro soprattutto delle donne ha mutato radicalmente il ruolo del pasto. In passato il pasto principale era il pranzo, specie poi quello della domenica. I bambini di solito tornavano da scuola, come pure certi impiegati o negozianti e si mangiava tutti insieme. La famiglia era riunita intorno alla mensa dove si scambiavano opinioni e commenti. La tavola era un polo di aggregazione come la chiesa, come il circolo sportivo. Al pasto si univano anche zii e nonni che vivevano in casa accuditi dalla padrona di casa. I pasti erano sempre caldi, cotti in forno o in padella. Le donne erano attente al menù e ai condimenti. Spesso per fare bella figura in occasione delle feste si consultavano libri di ricette. Le casalinghe si occupavano liberamente della spesa, degli ospiti, della cucina. La sera si faceva un pasto leggero sempre in compagnia dei familiari. Alla sera la casalinga era soddisfatta del proprio operato. Il sorriso amabile dei figli era il giusto compenso. Quando si giungeva a casa dopo una giornata di scuola e di lavoro si sentiva già nell’atrio, o sul pianerottolo il profumo dei cibi e ognuno cercava di indovinare il piatto cucinato. Si facevano piatti tradizionali di notevole bontà o piatti sperimentali. Le donne di casa si scambiavano fra loro ricette di dolci e stufati in perfetta armonia. Ora le donne hanno sottolineato la propria identità, lavorano, hanno incarichi e raramente sono in casa per il pranzo. Ogni componente della famiglia mangia fuori. Si mangiano panini di fretta o spuntini, anche per risparmiare . Si accoglie il cibo alcune volte mentre si lavora al pc nervosamente, cosa che ostacola la digestione. Il pasto serale è divenuto quello principale ma di solito viene disertato. I figli grandi vanno con gli amici, il marito in palestra. Le donne aprono il frigorifero pensierose e si accontentano di cibi surgelati. Per questo si sta diffondendo, specie nei locali, l’usanza di fare il brunch, nata negli Usa, che come dice la parola nata dalla fusione fra breakfast e lunch, è una commistione fra prima colazione e pranzo . Di solito si fa la mattina fra le dieci e le dodici e comprende dolci, pasticceria, affettati, uova, bacon, frittelle, gamberetti e salmone, carni fredde e arrosti, torte salate e dolci, verdure grigliate, insalate di verdura, macedonie di frutta, frutta in generale, pasta fredda e riso. Il brunch è apprezzato, persino dai vip, perché comodo e poco formale, perché consente di spaziare dal dolce al salato. Di solito è servito al buffet e non sempre serve la prenotazione. Il concetto di pranzo sta scomparendo, con il tempo ne dimenticheremo l’esistenza. Anche quando si hanno visite e si fanno feste si preferisce il rinfresco. Il brunch in certi casi, come incontri di lavoro, sembra la situazione migliore e più veloce di un pasto servito al tavolo di un ristorante. La fretta ha contagiato anche il cibo. Si rifiuta il pranzo perché è causa di perdita di tempo. Al buffet si può mangiare in piedi continuando magari a parlare di affari. Chi continua ostinato a pranzare in modo regolare viene guardato con un sorriso pietoso. Lo choc più grave è stato aver scoperto che anche la cena ha perduto terreno. Alla fine si assiste allo spopolamento della tavola familiare dove non si dialoga più con tutte le conseguenze del caso. I profumi di cibo sono così scomparsi dai palazzi e dai cortili. Ogni tanto ci viene un infinito rimpianto per i pasti tradizionali, specie per quelli della domenica fatti con i parenti e le tagliatelle al ragù. Oramai nutrirsi è divenuta una incombenza, una faccenda da liquidare subito magari solo con un triangolino di pizza fredda.

 

Ester Eroli

 

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