Francesco Mastriani, un autore quasi sconosciuto

Negli anni settanta era di moda il melodramma in costume, infatti nel 1973 venne realizzato, diretto da Aldo Lado, il film “la sepolta viva” con la partecipazione dell’attrice Agostina Belli, ispirato al romanzo di Francesco Mastriani, ambientato in Francia. L’autore napoletano dell’800 in realtà fece numerosi mestieri dal giornalista, al lavoro in una società industriale, all’insegnante privato di lingue, allo studioso di medicina, all’impiegato doganale, alla guida turistica per stranieri (conosceva ben quattro lingue), al collaboratore di testate come il tempo, all’impiegato, al professore a tempo pieno di ginnasio ad Aversa, ecc. l’intensa e energica attività letteraria, era drammaturgo e scrittore di romanzi di appendice, di novelle, di romanzi anche di genere gotico, di opere teatrali, persino di romanzi gialli, di articoli di costume, di raccolte antologiche, di drammi borghesi, di saggi  non gli diedero mai l’indipendenza economica. Fu costretto nel corso della sua vita a pagare l’affitto e a fare molti traslochi. Per un periodo fu ospite con la famiglia nella casa del suocero. Eppure questo autore con le sue opere come la novella il diavoletto, gli scritti come Valentina, Messalina, racconti come il brindisi di sangue, il fantasma, romanzi come Luigia Sanfelice, La cieca di Sorrento, con le sue opere teatrali, contribuì a gettare le basi del verismo in Italia. Partendo dal romanticismo, allora imperante, si avvicinò al verismo attraverso l’analisi della realtà sociale dei diseredati. Le tematiche sociali sono ampiamente presenti nei suoi scritti. Descrive le credenze popolari locali tipicamente napoletane come la credenza nel malocchio. Le sue considerazioni sulla realtà dell’epoca hanno valore storico. Di questo autore ci resta ben poco, è quasi sconosciuto ai più. L’unica cosa che resta è un elogio post mortem della scrittrice Matilde Serao in un articolo. I suoi scritti non sono rintracciabili nemmeno nelle biblioteche più importanti. Questo ci fa pensare che talvolta è inutile affidare alla pagina bianca un nostro pensiero. Eppure ci sono nazioni che difendono l’operato dei propri figli e lo divulgano, se no altro per non lasciare nell’ombra ciò che andrebbe messo in luce.

 

Ester Eroli

 

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