François Mauriac

Lo scrittore Fracois Mauriac era nato a Bordeaux ed è morto a Parigi nel 1970. Riveste una importanza notevole nel panorama internazionale essendo stato insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1952. Oltre ad essere stato scrittore, poeta, famose sono le sue ricche raccolte, è stato critico letterario e giornalista. Notevoli sono le opere teatrali. Un vero artista si scopre nella sua capacità di spaziare in modo originale da un campo all’altro senza difficoltà alcuna.

Un suo romanzo molto significativo e molto attuale è Groviglio di vipere, realizzato nel 1952. Il protagonista Luigi è un vecchio avaro, che ha dedicato tutta la sua vita ad accumulare denaro e a fare carriera. Prima di morire, ormai si sente prossimo alla fine, scrive una lettera lunga aperta alla moglie in cui descrive i rapporti familiari e il legame con i figli. Dalla lettera emerge come la crisi di valori abbia inquinato la famiglia. L’anziano detesta la moglie, sia perché ha avuto un fidanzato prima di lui, sia per la sua fede religiosa. Lui non crede a nulla se non al denaro e al suo potere. Vuole per forza il rispetto dei figli in virtù di quel patrimonio che lui consegnerà a loro alla sua morte. I figli non lo considerano, parlano male di lui, lo temono, lo vedono come un estraneo. Lui ha la consapevolezza di non essere apprezzato da suoi figli, che sono distratti, lontani. Aspettano solo che lui esca per parlare liberamente anche male di lui. Sono attaccati solo alla madre che has trasmesso loro la fede cristiana.

I figli però hanno respirato un’aria particolare in casa e non sono migliori di lui. Loro bramano solo a impossessarsi degli averi del padre, pazientemente accumulati nel tempo.

Il padre stanco dell’indifferenza dei figli, del loro attaccamento solo ai soldi decide all’improvviso di diseredarli mettendoli in allarme. I figli con la complicità della madre lo spiano, lo tengono d’occhio.

Luigi decide di dare tutto a un figlio naturale nato da una sua relazione giovanile. Un giorno scopre con raccapriccio che questo figlio nato fuori del matrimonio, molto debole caratterialmente, si è accordato con i suoi figli per spartirsi l’eredità.

Il ritratto che ci fornisce lo scrittore della borghesia tutta dedita al materialismo e alla brama di dominio è abbastanza inclemente. Essa è dominata da orgoglio di razza, avarizia, avidità.

Anche la moglie, nonostante sia legata alla religione e alla preghiera, pensa solo a impossessarsi dei suoi averi, anche se morirà all’improvviso prima di lui senza godere delle ricchezze.

Luigi scopre tardi l’importanza di non alimentare l’odio specie in famiglia. Tuttavia non riesce a  portare a termine i suoi progetti perché morirà all’improvviso di infarto ed i figli che non l’hanno mai capito, ma solo temuto come padre autoritario e dispotico, non danno importanza al suo diario. Il denaro ha avvelenato i rapporti umani e  su questo si concentra il pessimismo esistenziale dello scrittore. E’ un pessimismo che diventa sociale quando la società si corrompe a causa di certe forme di potere come quello del denaro.

Il tema è attuale, milioni sono ora le famiglie in causa, che non  si parlano più per ragioni puramente ereditarie. Per l’eredità si è disposti a tradire, uccidere, vendere.

 

Ester Eroli

 

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