Giornate tranquille

Giornate tranquilleCi sono giornate all’apparenza serene, che non nascondono insidie di sorta. Sono giorni in cui non abbiamo una grande mole di lavoro da smaltire, non abbiamo dolori o malattie, non abbiamo impegni, noiose visite mediche, affannose attese alle poste o in banca o nella sala d’aspetto di un dentista. Ci sono giorni che non sono particolarmente significativi sul piano delle ricorrenze, ma ci deliziano con il loro colore neutro. Magari sono giorni in cui non piove, in cui non dobbiamo andare dalla sarta o in tintoria, o dal fotografo, o dal podologo. Spesso accade però che sono proprie le signore del gentil sesso a rovinarci una giornata all’apparenza appunto tranquilla. Le signore ci ingrigiscono una giornata nata luminosa, ci spengono il sorriso sulle labbra e la luce negli occhi. Al mattino basta una loro battuta acida a smontarci, a rattristarci. Alcune volte non sono nemmeno le parole a ferirci mortalmente ma un semplice sguardo. Uno sguardo però scuro, sinistro, indagatore, violento, invidioso, astioso, poco fraterno. Veniamo inermi trafitti da sguardi muliebri assassini, al vetriolo. Spesso poi non è solo una questione di sguardi e di parole offensive, ma di fatti scandalosi. Ci troviamo di fronte alla ragazzina fanatica, provocante che ci travolge per strada, alla cugina che non ci vuole dare una semplice ricetta di una torta, che abbiamo assaggiato entusiasta in casa sua, come se avessimo chiesto veramente l’oro del mondo, alla amica stretta che non vuole assolutamente darci il modello di una casacca che abbiamo ammirato sincere indosso a lei. Piccole cattiverie, sottrazioni, invidie stupide, frasi piccanti, che goccia, dopo goccia ci avvelenano, ci rendono inquiete, ci innervosiscono. L’incomprensione sembra dominare nel rapporto fra le donne. Quello che ci fa più male è constatare che a ferirci non sono solo le estranee, ma soprattutto le donne più amiche e più parenti. Le donne che ci sono vicine sembrano autorizzate, in virtù del legame speciale che hanno con noi, a farci gratuitamente del male. La notte piangiamo mille lacrime anche per quella misteriosa ricetta mai avuta e per quell’abito che non abbiamo potuto riprodurre per un semplice puntiglio. Così una giornata tranquilla diventa ad un tratto disumana, viene rovinata dal disappunto di non essere compresi dalla propria stessa carne.

 

Ester Eroli

 

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