Gli effetti dei divorzi

Gli effetti dei divorziUn tempo c’erano molti punti fermi perfetti, c’era la famiglia che nessuno poteva scalfire, c’era il fattorino sui mezzi pubblici e la polizia ferroviaria sui treni, c’erano diverse forme di pudore e di rispetto. C’era una tranquillità conquistata, diventata tangibile. Ogni cosa aveva la sua scala di considerazione. Poi all’improvviso è stato in introdotto il divorzio e molti hanno compreso la possibilità di rompere un patto con una certa facilità. Molti hanno esultato di gioia e di piacere. Si poteva decidere del proprio matrimonio da soli, autonomamente. La realtà poteva essere dominata, ristrutturata, sottomessa ai propri voleri, ai propri capricci. La decisione arrivava da dentro e si poteva riconquistare la libertà. Con stupore abbiamo visto un numero incredibile di coppie separarsi, rinunciare a una vita insieme come innamorati. Il matrimonio si è indebolito, ha perso valore e consistenza. Molti non hanno potuto fare a meno di fare più separazioni nell’arco di una vita. Separarsi è divenuto una moda. Poi sono nate le convivenze, più leggere, meno impegnative, soggette anche esse a separazione. La casualità ha preso la mano. Molti con infantile compiacimento, con un sorriso di trionfo si sono dichiarati contenti dello stato delle cose, era possibile riconquistare la libertà, avere più storie più o meno ufficiali. L’istinto ha prevalso sulla razionalità. Il fascino e la bellezza hanno avuto la meglio sul buon senso e l’onestà. Alcuni separati sono stati adorati, guardati con rispetto e ammirazione. Il divorziato era la personificazione della libertà, era colui che aveva rotto audacemente gli argini. Il suo sguardo conquistava nuove persone. Molti erano incuriositi, attratti da loro. A malincuore ci siamo resi conto, dopo la ubriacatura iniziale, che niente è facile. I figli sono stati i primi a rimetterci il cuore, sballottati da una parta all’altra, posta in gioco per ripicche e ricatti. I figli hanno tutti sofferto intensamente, intristiti dalla fine di una famiglia. Hanno perso l’allegria, l’aria felice e serena, la voglia di divertirsi . Il mondo familiare chiuso fuori tornava prepotentemente alla ribalta, bussava alla porta. La separazione era un capriccio che costava salato. Molte donne sono state uccise da inferociti ex mariti. Poi abbiamo notato una inversione di tendenza, una luce fioca in fondo al tunnel. I figli non considerati, abbandonati, lasciati soli da coppie in crisi, i figli dei separati e divorziati hanno cominciato a formarsi una famiglia con la voglia , con il fermo proposito di rinunciare per sempre alla divisione. Hanno espresso l’idea di voler appartenere a qualcuno per sempre, senza rimettere mano ai sentimenti ad ogni capolinea di storie finite. Hanno cercato di scegliere l’altro con oculatezza e si sono impegnati sapendo che la posta in gioco era alta, la ricompensa paradisiaca, la magia infinita. Hanno capito che era meglio non avere più infanzie violate, sedute dallo psicologo, tradimenti, sopraffazioni, delusioni, dialoghi falsi, disagi, sentimenti superficiali. I figli dei divorziati hanno forse compreso che per conquistare una donna basta un sorriso e per conquistare un uomo basta un animo sincero. Non servono atteggiamenti ribelli, bellezza esteriore, aria strafottente, forti sensazioni. Il divorzio è una sirena che procura solo punture dolorose e non si può definire libertà ma semmai altra schiavitù più subdola perché logora dentro. Il divorzio serve ma solo in casi estremi, non è una caramella che si prende a proprio piacimento senza pensare alle sofferenze che si infliggono agli altri a se stessi. I figli ora cercano di rimediare, di salvare le nozze dei genitori e di salvare le proprie meravigliose storie d’amore magari nate sui banchi di scuola.

 

Ester Eroli

 

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