Gli ignari animali

Ci sarà capitato di leggere, anche per caso, i versi di Leopardi del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, canto composto a Recanati nel 1829. Un pastore si rivolge alla luna lamentando la condizione umana. La riflessione di Leopardi sull’esistenza lo porta a sottolineare più volte la piccolezza dell’uomo davanti alla natura, all’infinito. La vita del pastore è monotona, fatta di gesti ripetitivi, faticosa, piena di stenti, caratterizzata dalla fretta. L’uomo si affanna per giungere alla meta, dove si trova l’orrido abisso della morte. La corsa affannosa dell’uomo conduce alla morte di fronte a un universo indifferente, infinito. L’uomo non gode perché oppresso dalle paure, dalla noia.  Il tempo passa senza riposo, senza tregua al dolore. La ragione umana non può capire il mistero della morte, del giorno e della notte.   Il pastore arriva così ad invidiare il suo gregge anonimo, che non è consapevole per intero dell’esistenza del male e della morte. Il gregge vive seguendo gli istinti, attimo dopo attimo, non ricorda le sofferenze provate, non sente il dolore, non vive il lutto, dimentica subito gli stenti e le privazioni, e soprattutto non soffre la noia. Il gregge, gli animali tutti, non sono coscienti della miseria, del dolore, della morte. Il poeta pensa che la felicità può scaturire da una condizione di vita diversa da quella umana. Gli uccelli con loro volo ci fanno pensare alla spensieratezza, e  anche al fatto che sono spesso in gruppo, a differenza di noi umani che in certe circostanze  siamo condannati alla solitudine. Anche noi forse abbiamo invidiato magari un gatto di città che passa il suo tempo su morbidi sofà di velluto, mangiando croccantini, coccolato dai padroni come un figlio. Gli animali non conoscono il nostro rovello, le nostre ansie, le paure, gli inganni, la malizia. Gli animali sono spontanei, immediati, diretti.  Più si è consapevoli, più si pensa e più si soffre. Uno psicologo inglese ha detto che chi ama il gatto spesso sogna di esserlo. In fondo è piacevole vivere come i felini senza pensare al futuro, godendo solo degli attimi presenti.

 

Ester Eroli

 

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