Grado di buon grado

Grado di buon gradoPur essendo rinomata per la bellezza delle sue montagne, Alpi Carniche o Giulie che siano, il Friuli Venezia Giulia conta anche località di mare d’indubbia bellezza: Lignano Sabbiadoro, Marano, Sistiana, Trieste e Grado naturalmente. Proprio quest’ultima città sarà l’argomento del presente excursus.

Situata all’apice occidentale del golfo di Trieste, Grado è l’ultima e la più grande delle trenta isole i facente parti della laguna cui da il nome insieme a Marano. Un’isola di lunga storia quindi, che ha conosciuto alti e bassi, comuni del resto a tutto il Friuli in particolare e a tutto l’italico territorio in generale.

La sua vicinanza con Aquileia, ha fatto sì che ne fosse il suo porto naturale, almeno fino al 452 D.C. anno in cui Attila e suoi Unni rasero al suolo l’antico capoluogo fondato dai Romani. La qual cosa costrinse il Pariaraca a trasferirsi nel V° secolo proprio a Grado, poiché la sua condizione di isola la rendeva assai più difendibile da altre evenuali invasioni. Così in questo periodo furono edificate le stupende chiese romaniche tuttora efficienti ed officianti quali le bassiliche di Sant’Eufemio, di Santa Maria delle Grazie eil Santuario della Madonna Barbana. Questo fu senza alcun dubbio il periodo di massimo splendore di Grado, nonstante l’invsasione dei longobardi avvenuta nel 568. Periodo che si protrasse fino al 875, anno in cui fu costretta a chidere l’aiuto della vicina nascente repubbica marinara di Venezia che la salvò dal saccheggio dei pirati dalmati. L’ingresso di Venezia e del suo dominio non la risparmiò, peraltro da un altro saccheggio verificatosi nell’XI secolo e da un lungo periodo di lungo declino proptrattosi fino al 1797, anno in cui Venezia fu costretta a passare sotto il dominio dell’impero Austro Ungarico. Paradossalmente le quotazioni di questa città furono rivalutate proprio dai Monarchi austriaci che diedero a Grado la sua naturale vocazione turistica e balneare.

Grado di buon grado1Grado di buon grado2Grado di buon grado3Durante il fascismo finì il suo secolare, anzi millennario isolamento geografico. Esattamente nel 1936 fu unita alla terra ferma da un ponte che la trasormò in una penisola di agevole raggiungimento. Ciò ne favorì il flusso turistico che, da elitario, divenne di massa. Il suo porto turistico, così caratteristico per la sua forma ad ypsilon che si incunea nel centro della città, è perennemente pieno di barche da diporto di tutte le lunghezze e stazze.

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Nonostante sia In territorio friulano, facente parte della provincia di Gorizia, fronte mare a Trieste, Grado parla un dialetto particolare, ibrido, più simile al veneziano. La Serenissima qui presente per otto secoli ne ha ovviamente influenzato la cultura, le tradizioni popolari e sociali, specie quelle riguardanti la tecnica peschereccia e la gastronomia.

Il clima mite per tutto l’anno, il mare caratterizzato da acque calde e poco profonde, l’indibbia qualità artistica dei suoi monumenti e, dulcis in fundo, l’ottima cucina a base di pesce, l’annoverano tra le mete turistiche da non perdere, qualità che a suo tempo avevano considerato di buon gardo estimatori del calibro di Luigi Pirandello e Sigmund Freud.

 

Adriano Zara

 

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