Il comportamento dei giovani ai concerti

Il comportamento dei giovani ai concertiSpesso i giovani seguono da vicino idoli musicali al punto di andare anche lontano per ascoltare un concerto. Ci sono gruppi di giovani che hanno camminato a piedi per giorni per raggiungere un raduno rock. In origine i concerti erano vere forme musicali, eventi con superbe composizioni musicali caratterizzate da strumenti solisti e con orchestra. La parola viene dal latino ed ha il senso di gareggiare, concertare appunto. La culla del concerto classico è l’Italia, dove era in gran voga comporre musica per imponenti funzioni per lo più religiose, che si svolgevano in chiesa. Nel periodo barocco si diffusero le sonate con molti strumenti musicali come violini, il violino solista comunque era molto usato, arpe, violoncelli, ecc. I concerti classici vantano protagonisti di eccellenza come Corelli, Vivaldi, Stradella, ecc. All’estero, a Vienna, si diffusero i concerti per pianoforte. In epoca moderna i concerti furono sottoposti anche a una interpretazione personale. I concerti seguiti dai giovani ora sono ben diversi. Di solito si segue Vasco Rossi, Zero, Madonna, Lady Gaga, ecc. e in passato si seguivano gruppi come gli Alphaville, i Nomadi, ecc. I giovani seguono questi concerti anche per il proliferare di effetti speciali. Il primo gruppo a esibirsi dal vivo accompagnato da effetti speciali fu quello dei Pink Floyd, che diedero vita a spettacoli sorprendenti e innovativi. Il gruppo usava luci colorate a intermittenza, propri impianti di illuminazione, sofisticati sistemi di diffusione sonora, fumi, raggi laser, lampade intelligenti comandate a distanza da computer, persino vapori di rame. Alle spalle del gruppo su uno schermo venivano proiettate immagini, animazioni e film, o video musicali. Il gruppo realizzava la canzone Anather brink in the wall, tratta dall’album The Wall, con un muro costruito ad hoc e poi fatto cadere volutamente alla fine della esibizione, caduta accompagnata da effetti sonori, esplosioni di luce, sfere luminose, specchi ecc. Ci domandiamo come mai tanti giovani scalmanati affollano i concerti con birre, seminudi, con canne, con sigarette, con comportamenti scorretti e volgari. La risposta è che la folla ha il suo potere narcotizzante. In mezzo alla folla ci sente al sicuro, protetti dall’anonimato, si smette per così dire di essere se stessi. Nella massa si dimenticano ansie, dolori, problemi, frustrazioni, incomprensioni, rifiuti. Il ritmo della musica culla, ipnotizza, coinvolge, stravolge. Nessuno sa veramente chi siamo, da dove veniamo, cosa pensiamo, dove viviamo, cosa facciamo. Il singolo scompare nella massa, si ecclissa e può fare quello che vuole, nessuno lo vede per intero. Si scompare alla vista del mondo, del fisco, della suocera. Far parte di una massa significa identificarsi con un gruppo, condividerne le aspirazioni, gli ideali, i progetti, i modi e anche i non ideali. Ci si può stemperare in un gruppo, fondersi fino ad annullare la propria personalità, fino a non essere. Si può condividere insieme, assaporare il vuoto, il nulla assoluto. Lo sguardo perso nel vuoto di tante facce di giovani, di fanciulle truccate pesantemente nei concerti la dica lunga di questo atteggiamento un po’ perverso, un po’ divertente di affrontare la vita con i suoi disinganni.

 

Ester Eroli

 

Pink Floyd – Another Brick In The Wall (Live)

 

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