Il Cuore come protagonista

Edmondo De Amicis ha scritto il romanzo Cuore ambientato a Torino nel lontano 1861, all’indomani dell’unità d’Italia. Non è un romanzo nel senso proprio del termine ma un diario in cui il protagonista Enrico racconta le vicissitudini di un intero anno scolastico. Rappresenta senz’altro uno spaccato della società dell’epoca. Il racconto difende le virtù civili, il rispetto, l’amor di patria, lo spirito di sacrificio, la carità, l’eroismo, l’obbedienza, la pietà. Per certi versi viene considerato superato. Alla fine di ogni mese il maestro racconta alla classe una novella moralistica, ambientata in varie regioni d’Italia. Il racconto che più colpisce è quello del mese di Marzo, sangue romagnolo. Il protagonista Ferruccio è un adolescente scapestrato e ribelle. Rimasto solo di notte in casa con la nonna paralitica su una sedia a rotelle, viene assalito da alcuni ladri in casa. La nonna avendo riconosciuto un malvivente viene accoltellata da uno dei ladri. La nonna riesce a salvarsi grazie all’eroico gesto del nipote che la protegge con il suo corpo. Ferruccio cade esanime fra le braccia della nonna dopo aver chiesto perdono per le sue malefatte del passato. Il racconto, come altri presenti nel libro, può essere considerato patetico. Se guardiamo bene nel profondo vengono soltanto difesi dei valori che oggi non sembrano più avere importanza e che pure sono fondamentali. Prendendo le distanze dai valori ci siamo allontanati progressivamente dal retto cammino. Siamo arrivati a toccare il fondo. Così ci arrivano le più crude notizie di cronaca: il figlio che uccide i genitori e poi va a ballare i discoteca, la fidanzata fatta a pezzi dal fidanzato e messa in un sacco, la nonna uccisa a martellate dal nipote, gli animali avvelenati e smembrati, bimbi ridotti in fin di vita da genitori frettolosi. Una crudeltà gratuita che ci stringe il cuore in una morsa. Ogni volta sangue, scempio, dolore. Una cosa è certa non siamo stati dei buoni educatori e abbiamo tolto dalla formazione tasselli importanti. Intervenire in alcuni casi sembra tardivo. Eppure il gesto potrebbe essere semplice: rimettere il cuore al primo posto, come protagonista assoluto, non come comparsa.

Ester Eroli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.