Il fascino delle divise

Le divise hanno da sempre stimolato l’immaginario collettivo. Le divise militari, specialmente dei marinai hanno da sempre colpito le donne. Nelle scuole al tempo del fascismo si usavano delle divise per i giovani balilla. Per questo motivo sono divenute odioso esempio di costrizione. Con la rivoluzione dei costumi,  dovuta  in parte anche al boom economico degli anni sessanta, nelle scuole si sono adottati  schemi meno rigidi per quanto riguarda la divisa. Negli asili sono rimasti i grembiuli colorati per proteggere i bambini dal pericolo di sporcarsi con colori e altro. In Italia gli istituti possono decidere autonomamente per quanto riguarda l’uso delle divise a scuola. Negli anni sessanta e settanta si usavano le divise nelle scuole elementari e medie, diversificate per sesso, di solito blu per i bambini, bianco per le bambine, ma non nelle scuole superiori. Ora vige una maggiore anarchia e libertà. L’uso delle divise è una usanza inglese. Attualmente sono usate in Corea, Giappone, Irlanda, Cina, Australia. Le divise creano un senso di appartenenza molto forte e spesso servono per riconoscere i vari corsi e istituti. In Italia ci si è lasciati andare e siamo passati da un eccesso all’altro. Da una scuola severa e rigida siamo giunti  a una scuola libera che ammette minigonne, pance scoperte, pantaloni  a vita bassa. I ragazzi seguono la moda, vestono firmato creando un problema economico anche alle famiglie. L’abbigliamento mette in risalto le differenze di classi. Le persone meno abbienti sono costrette a mandare i loro figli con abiti normali che risultano discriminanti. Le ragazzine specialmente passano ore  a truccarsi e a scegliere l’abito prima di andare a scuola. Si crea una competizione fra i giovani sulle marche, sugli accessori.  Invece di studiare i giovani passano il tempo nei negozi di abbigliamento alla ricerca di abiti nuovi e perfetti. Le disuguaglianze cominciano così sui banchi di scuola e questo è molto diseducativo. Nelle scuole si dovrebbe insegnare la condivisione,  il rispetto degli altri anche se diversi. In alcuni casi si arriva alla ostentazione delle proprie risorse. E’ facile vedere ragazzi che si vantano delle proprie cose. Alcuni ragazzi sono giunti  a rubare pur di acquistare oggetti di valore. Il bullismo trova così terreno fertile. In Italia si dovrebbe tornare a usare le divise, magari fatte su misura, da qualche stilista, ma comunque i ragazzi dovrebbero essere almeno a scuola, tutti uguali.  Le differenze dovrebbero essere livellate. La scuola in certi casi appare una cattiva maestra.

 

Ester Eroli

 

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