L’attrazione è una forma di passione, una specie di desiderio che ha una persona nei confronti di un’altra. Non si tratta solo di un coinvolgimento sentimentale e emotivo ma anche fisico. E’ un istinto che cerca un appagamento, una soddisfazione e si realizza solo con la conquista dell’altro. Si cerca continuamente l’oggetto del proprio desiderio. Ovviamente il mancato appagamento genera sofferenza. Questo tipo di passione è come una malattia, e induce chi è affetto a dimenticarsi man mano di altre passioni da lui coltivate come lo sport, gli hobby ecc. Nella nostra cultura tutti gli istinti vengono educati e in alcuni casi anche repressi. Anche la attrazione viene regolamentata dalla ragione. Tuttavia essa può degenerare in una forma di ossessione, di una dolce ossessione, che porta alla dipendenza al pari di una droga. Il soggetto è in balia dell’altro, dipende dalle sue decisioni. L’insoddisfazione porta alla irritazione. Si cerca sempre e comunque di conquistare l’altra persona in ogni modo. In realtà a ben guardare all’inizio l’attrazione si manifesta in modo singolare. Si prova infatti una specie di repulsione ad avvicinarsi all’oggetto del proprio desiderio, si avverte una specie di soggezione, per cui ci si vergogna ad affrontare la questione e in casi estremi si cerca di fuggire, per lo meno si tenta di fuggire. La fuga, l’allontanamento costituisce l’unico scampo per salvarsi da una grande lacerazione interiore. Ci prende una certa ripugnanza, respingiamo la persona evitando persino di parlarle e di guardarla negli occhi. Il corpo messo in allarme del pericolo si difende. La mente sa di stare per naufragare e mette le mani avanti. La paura di perdere il controllo spinge alla fuga veloce. Solo in un secondo momento si recupera la calma e si affronta la situazione. Comunque ogni attrazione che si rispetti è accompagnata da un fenomeno di repulsione, come ogni attimo di felicità ha la sua vena malinconica.
Ester Eroli