Il male di vivere

Nella nostra società abbondano le distrazioni. Si può passare un bel pomeriggio in un locale, una serata in una discoteca, in un piano bar. I giovani si divertono anche in modo smodato. Si può trascorrere il tempo libero in un internet poin, in una palestra ben attrezzata, in un win bar, in una paninoteca. Ci sono anche tipi di divertimento più sofisticati per palati più raffinati: sale da tè, scacchi, giochi di società. Si può partecipare a mostre, maratone, convegni, congressi. Se si ama la semplicità si può andare in una pizzeria, in una pista di pattinaggio. Un’altra forma di evasione è rappresentata dai viaggi. Viaggiare in ogni parte del globo apre la mente, stimola la fantasia e soprattutto ci distrae dal quotidiano. Viaggiare per staccare la spina, per dimenticare la cruda realtà, per abbandonare anche per poco le cose di sempre, per vedere altri mondi, altre facce. Così si viaggia come automi, come allucinati alla ricerca di una possibile evasione. L’uomo moderno fa di tutto per stordirsi, ricorrendo in casi estremi anche all’uso di alcol, di sostanze stupefacenti. Il divertimento folle viene inseguito, realizzato. Si punta ad avere sensazioni violente e si praticano anche sport estremi dove si rischia veramente la vita. Si frequentano sexy shop, locali per scambisti per avere stimoli sessuali continui. Ci sono donne anoressiche, malate, che fanno viaggi in continuazione convinte di arginare, di bloccare così il male. Scendono da un aereo e salgono su una nave con un’ansia pazzesca, come se volessero succhiare tutto il succo della vita e lasciare a terra solo gusci vuoti. Non sanno che i veri gusci vuoti sono solo loro. Anime perdute in balia di un male oscuro, subdolo: il male di vivere, che ormai ha contagiato tutti, come la peste. Vanno in giro portandosi dentro quel male che nessuno può estirpare. Viaggiare, ballare, ubriacarsi non serve perché il male è dentro l’anima e corrode come un cancro.

 

Ester Eroli

 

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