Nella Politica di Aristotele il ceto medio non è altro che quello che sta in mezzo fra coloro che sono ricchi e quelli che sono privi dei principali mezzi di sostentamento. Nell’ottocento per ceto medio si intendeva la borghesia, ossia commercianti, piccoli imprenditori, che si distinguevano dal proletariato, la classe più bassa della scala sociale. Con l’avvento del capitalismo il ceto medio era considerato un motore importante. Commercianti, avvocati, imprenditori erano importanti nella catena produttiva anche perché molto numerosi. Il ceto medio contribuisce sia alla produzione di beni, pensiamo agli imprenditori, che al consumo. Infatti le classi basse si limitano al consumo legato alla semplice sussistenza. Con il libero mercato si è diffuso di più il benessere e il ceto medio si è ingrandito. Attualmente nel ceto medio troviamo dipendenti, negozianti e sono un numero elevato, che oltre a rappresentare un interessante bacino di voti, rappresentano la fascia dedita al consumo di beni. Il benessere di uno stato si misura anche dalla percentuale degli appartenenti a questo ceto, che se è elevata sta ad indicare uno stato florido. L’importanza del ceto medio si può dire che è aumentata progressivamente e rappresenta l’equilibrio, l’ago della bilancia, il punto fermo in una società in continuo fermento e in continua trasformazione. Le recenti politiche governative tendono spesso a scalfire la solidità di questo ceto. Le tasse spingono tutte verso la direzione del ceto medio, che viene per così dire compresso, schiacciato, spappolato. Le classi infatti più povere godono di agevolazioni, di protezioni, i ceti più ricchi vivono nel benessere, nel lusso. A pagare lo scotto sono sempre le classi intermedie, che proprio perché posseggono qualcosa devono comunque pagare tutto indiscriminatamente. Il ceto medio sta perdendo terreno, si sente franare il terreno sotto i piedi ogni giorno. Il potere di acquisto di questo ceto sta diminuendo progressivamente. Salvare il ceto medio significa sicuramente salvare l’intera società.
Ester Eroli