Tanti libri vengono pubblicati ogni anno e sponsorizzati, vengono presentati dagli autori nelle librerie del centro delle città, nelle biblioteche, nei salotti mondani. Si assiste a un proliferare di saggi, di racconti, di romanzi, di raccolte. I libri invadono gli scaffali delle librerie, pronti a essere fruiti dal pubblico. Gli argomenti trattati sono molteplici si va dal diritto, all’economia, fino ad arrivare alla cucina e al giardinaggio. Si pubblicano trattati, riviste di politica, di letteratura, di moda, di poesia. Se andiamo all’edicola abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. A Natale regaliamo libri, testi ai nostri amici e parenti. Il libro diventa oggetto di scambio, suscita interesse, stimola le conversazioni fra persone. Un libro interessante è sempre apprezzato, scatena la nostra fantasia. I libri migliori sono quelli che leggiamo tutto d’un fiato perché non vediamo l’ora di sapere la fine. Scorriamo le pagine freneticamente per arrivare alla conclusione, per andare fino in fondo, perché non possiamo attendere un altro giorno senza capire il messaggio dell’autore. Ma quando veramente un libro ha successo? Sicuramente quando fa parlare di sé, riceve il giudizio positivo della critica, vende milioni di copie, è accettato da un vasto pubblico di varie fasce di età. Questo come dato per così dire oggettivo. A livello invece soggettivo cosa accade? Di solito i libri migliori sono quelli che colpiscono a tal punto da indurre le persone a parlarne anche se non si conoscono. Le persone si avvicinano e discutono sui temi del libro in questione. Così all’improvviso ci capita di leggere un libro su un treno, su un autobus e di venire importunati da gente comune che vuole parlare con noi del libro. Facciamo la conoscenza di nuove persone grazie a un libro che è così importante da essere entrato di diritto nel cuore della gente. E’ come quando una canzone di successo viene canticchiata un po’ da tutti per le strade, nelle vie, nei bar, nei mercati. Significa che il libro ha centrato l’obiettivo, ha colto nel segno, è entrato nel sangue e nell’anima.
Ester Eroli