Il teatro tedesco

Il teatro tedescoNelle nazioni di etnia tedesca, il teatro, cominciò a divulgarsi con un certo ritardo. La ragione principale va ricercata nella diffusione e persistenza degli svariati conflitti che hanno coinvolto, con periodicità, tutte le nazioni dell’Europa centrale, dalla caduta dell’impero romano fino alla seconda guerra mondiale. Guerre di matrice politica, economica, etnica e spesso anche di natura religiosa.

Bisogna altresì sottolineare che, le popolazioni germaniche, per loro indole, non sono mai state inclini alle recitazione ed alle esibizioni in genere, preferirono assistere, fino alla metà del ‘700, peraltro con ampia soddisfazione, agli spettacoli realizzati prevalentemente da compagnie italiane e poi anche francesi e spagnole, insomma appartenenti alla creatività e al gusto latino.

Con tali presupposti si comprende il perché, il primo teatro tedesco fu realizzato soltanto alla fine del 16° secolo, peraltro in una chiesa sconsacrata. Gli spettacoli ivi rappresentati trattavano solo temi di carattere biblico o di epica locale, come quelli di Hans Sachs, sorta di polpettoni storici infarciti di retorica morale che avevano, come scopo principale, l’insegnamento dell’eroismo e del perbenismo tedesco.

Fu solo nel ‘700 che alcuni autori tedeschi , timidamente, cercarono di elevare il livello del loro teatro cercando di accostarlo, nelle tematiche e nella spettacolarità, a quello latino, ma i risultati furono assai modesti. L’inversione di tendenza si verificò a metà del ‘700, con le prime rivisitazioni dei classici come Shakespeare, Molière, Plauto, Terenzio, Euripde, Aristofane etc. con ottime traduzioni ed eccellenti prestazioni di tecnica recitativa che finirono per trascinare, finalmente, il grande pubblico nei teatri.

Lo stesso Johann Wolfgang Goethe, che fu uno dei più grandi poeti e pensatori di tutti i tempi, verso al fine del’700 fu un attore di ottimo livello che, diresse per oltre 40 anni, il teatro della corte di Weimar. Gli attori impostati da Goethe erano professionalmente e tecnicamente di alto livello ma, in quanto ad animus e vis comica erano assolutamente carenti, di conseguenza i loro spettacoli risultavano rigidi e mancanti di poesia. Il salto qualitativo si ebbe all’inizio dell’800 con August Iffland che, resosi conto dell’algida recitazione dei suoi connazionali, si mise ad osservare e studiare profondamente, dapprima, il teatro italiano e poi quello francese, carpendone mimica, gestualità, linguaggio del corpo e soprattutto il soffio vitale.

Il teatro tedesco, pertanto, fu rifondato dal grande Iffland che lo fece diventare uno dei più belli e seguiti d’ Europa, finendo per essere apprezzato anche nelle esigenti piazze italiane e francesi.

C’è da dire però che anche se la qualità degli attori e degli spettacoli aveva registrato un enorme salto qualitativo, altrettanto non si poteva affermare riguardo agli autori, l’unico che seppe distinguersi sulla scena internazionale è stato il sommo Johann Friedrich Shiller.

Nei suoi componimenti, sicuramente influenzati da Shakespeare e da Goethe, riuscì a descrivere situazioni e personaggi realmente esistiti, come in grande affresco storico, evidenziandone gli aspetti tragici, umani ed etici. Tra le sue opere più significative, considerate autentici capolavori, vanno menzionate su tutte: il Don Carlos, la Maria Stuarda, la Pulzella d’Orleans e il Guglielmo Tell.

 

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Adriano Zara

 

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