Il Turismo in Italia: Luci ed ombre di un settore che nel nostro paese continua ad attrarre gli stranieri mantenendo scarso appeal sugli italiani

Si sono da poco concluse le vacanze natalizie durante le quali, come ogni anno, i giornali e le televisioni ci ha mostrato articoli e servizi sulle principali mete turistiche prese d’assalto dai turisti italiani.
Non stupisce la voglia di evasione che continua a contagiare tutti, alimentata dal desiderio di sfuggire anche solo per qualche giorno ai problemi quotidiani.
Escludendo chi ha raggiunto parenti o amici nelle seconde case, in montagna o al mare, resta un esercito di appassionati viaggiatori che durante le festività ha abbandonato le consuetudini dei riti natalizi per fuggire all’estero.
Il viaggio rimane un toccasana, un momento irrinunciabile per ricaricare le batterie ed affrontare le sfide di tutti i giorni. Per affrontarlo si è disposti a molte rinunce nei mesi successivi che, nei casi più estremi, culminano nel pagamento delle rate per estinguere il finanziamento aperto per poter partire.
Le capitali europee, i tradizionali paradisi esotici o il fascino delle terre nordiche hanno mantenuto il loro primato nelle destinazioni scelte degli italiani, a discapito del nostro paese, meta prediletta per molti stranieri.
Identificare le motivazioni alla base di questa scelta è un processo difficile, perché spesso condizionato da ragioni economiche, politiche o consuetudini sociali profondamente radicate.
Il primo fattore da prendere in considerazione è il tempo disponibile per le vacanze che, in Italia, coincide ancora per la stragrande maggioranza della popolazione con l’intero mese di agosto e le due settimane tra Natale e l’Epifania. Da questo punto di vista, il Paese sembra fermo agli anni del boom economico quando l’economia si basava sulla produzione di alcune grosse industrie che, nei periodi indicati, chiudevano per ferie. Tutti partivano, quindi, con famiglia o amici alla volta della solita città di mare o montagna, a seconda della stagione, e ci tornavano ogni anno. Si creavano così le compagnie delle vacanze e si aspettava con trepidazione il momento in cui si sarebbero incontrate di nuovo.
Oggi prevale il desiderio di scoperta, la volontà di esplorare posti nuovi e di cambiare ogni volta destinazione. La rete offre, in questo caso, una grossa opportunità perché consente di trovare prezzi imbattibili per posti fino a qualche tempo fa inaccessibili alla maggioranza della popolazione. Il senso dell’affare e la percezione di non poterlo perdere, spinge quindi a prediligere una meta lontana, a discapito del nostro paese. Si pensa, infatti, di poterlo sempre visitare in un’altra occasione, visto che è vicino e costa meno.
Arriviamo così al secondo spunto di riflessione che ci porta a chiedere se una vacanza in Italia è davvero più economica. Le tariffe dei principali servizi (alberghi, ristoranti, noleggio attrezzature, ecc.) nei periodi considerati non lasciano adito a dubbi, il nostro paese non può competere con tante altre mete, in grado di offrire un rapporto qualità/prezzo migliore. I turisti, inoltre, sono spesso considerati il passaporto per una facile ricchezza e ogni anno non mancano segnalazioni di truffe a danno sia di italiani, in egual misura al nord come al sud, sia di stranieri.
L’ultima cosa da considerare è la politica messa in atto dalle istituzioni per lo sviluppo di questa risorsa, da più parti considerata insufficiente e priva di reali strumenti d’intervento innovativi, come dimostrato dagli scarsi risultati ottenuti con il sito dedicato al turismo in Italia.
Di fondo, dunque, si avverte lo scarso valore attribuito a tutti i livelli alla risorsa turistica che, non deve essere vista come qualcosa da sfruttare, bensì da coltivare perché fondamentale per lo sviluppo del nostro paese.

 

Ester Eroli

 

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