Imparare a memoria

I tempi sono cambiati, nuovi stili di vita sono subentrati. Tutto è più veloce.  La scuola stessa ha mutato metodo, si è ripulita dei vecchi sistemi. Poche cose sono sopravvissute del passato. La scuola ha cercato di adeguarsi alla nuova realtà. Il suo metodo di insegnamento sembra più appropriato ai tempi. Dalla scuola sono sparite le sgridate, le bacchettate, a vantaggio di un approccio più spensierato, più naturale. I professori sono collaborativi, le maestre più sorridenti e meno arcigne. Nessuno pensa alla eventualità di tornare al passato ovviamente.

Tuttavia senza lamentarsi troppo, possiamo dire che la scuola odierna non sempre prepara alla vita adulta responsabile. Infatti quasi più nella aule scolastiche si insegna a imparare a memoria un pezzo, una poesia, un brano, una frase. Si insegna solo al commento senza esercitare la memoria. Quell’imparare a memoria, sia pur noioso, era un modo per sviluppare tecniche mnemoniche, per  insegnare alla mente ad imprimere concetti, cifre, date, nozioni. Recitare una poesia con eleganza significava imparare a ricordare anche attraverso la semplice associazione di idee. L’imparare a memoria è considerata una tecnica superata che pochi applicano. Anche la scuola segue i ritmi frettolosi della società per cui non si ha proprio il tempo materiale per mandare a memoria qualcosa. E’ certo più importante capire che ripetere a pappagallo frasi dette da altri. Non si stimola la creatività ma certo si stimola la memoria, si spinge la mente verso il ricordo. Invece i ricordi dei giovani sono in equilibrio precario. E’ commovente vedere come dei giovani non ricordino neppure cosa hanno mangiato il giorno precedente. La loro mette è distratta, presa solo dal divertimento. Molti giovani a malapena ricordano le ultime feste a cui hanno partecipato. Dimenticano volti, persone, fatti, cose, situazioni, oggetti. Interrogati sulla storia o sulla geografia mostrano un sorriso tirato perché il ricordo è sbiadito di certe nozioni. Restiamo folgorati dalle dimenticanze dei giovani. Essi farfugliano quando devono ricordare date, battaglie, nomi importanti, personaggi illustri. Ci guardano e quasi ci chiedono scusa con gli occhi.

Allora ci viene spontaneo rievocare gli anni in cui si facevano esercizi di memoria di frequente. C’erano insegnanti che sistematicamente davano dei brani da mandare a memoria. Abbiamo nostalgia dei tempi in cui era divertente e non inutile imparare a memoria. Ognuno escogitava le proprie tecniche.

 

Ester Eroli

 

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