Judith Rossner

Nel romanzo di Judith Rossner le sue piccole donne si fa uno spaccato del mondo di Hollywood a cui tutti vorrebbero appartenere e dire orgogliosi di far parte di quell’ambiente. Un mondo dove solo la bellezza regna sovrana e il suo rifacimento anche con la chirurgia estetica e la ricchezza che si traduce in ville con piscina, auto di lusso. Molte con la  sola presenza di un bel visino e un bel corpo pretendono di fare le attrici, di viaggiare pur non avendo nessuna vocazione artistica. Tutti sognano parti, viaggi d’affari, incontro con famosi produttori per divenire leggende viventi., contratti  Donne disposte a divenire marionette a farsi sfruttare, donne manager spietate e crudeli. Un mondo fatto di bar, locali con camerieri che si muovono come modelli, gite, barche, navi.

Un mondo dorato, con una doppia faccia. Da un lato il lusso, le chiacchiere mondane, gli abiti eleganti, il divertimento  dall’altro un sistema diviso in classi sociali rigide, famiglie corrotte, sfasciate, inesistenti, corruzione di ragazze, la mancanza di umiltà.

Il padre della protagonista è un produttore quasi sempre assente, diviso tra molteplici moglie e altrettante figlie e donne che impazziscono per lui con lo scopo di avere una parte. La figlia si sente ingannata, trascurata e sente il bisogno di credere in qualcuno e cade fra le braccia di un amico del padre più anziano e più furbo di lei. Ma il soggetto in questione, a cui lei attribuisce una grande importanza è solo un corruttore di minorenni che aggancia nel mondo del cinema. Poi lei cade nella trappola di altri uomini sempre più grandi di  lei che rappresentano la figura paterna che non ha avuto. La sua vita diventa complicata, divisa tra impegni di lavoro, ingaggi, storie sentimentali e sessuali strampalate, storie con uomini seduttori e volgari . Agli occhi del mondo lei però è la figlia del produttore, guardata con ammirazione e invidia.

Lei diventa scaltra, astuta, spericolata,  ribelle,  perde l’innocenza nella totale libertà nessuno la controlla, la segue, la consiglia . Lei prende cattive abitudini. Si fa amicizie pericolose con facilità.   Scopre di avere molte sorelle, nate dal legame del padre con altre donne, presto dimenticate. Sorelle che lei odia, detesta, biasima, con cui non ha confidenza.  Sorelle che vivono anche loro amori illeciti, incontri proibiti. Sono esistenze spezzate, misteriose, contrastate desiderose di normalità. L’infanzia delle figlie del produttore è piena di rabbia, solitudine, traumi, mancanza di affetto, oppressa dal fardello di fare carriera, di avere successo. Il padre respinge l’invadenza delle figlie nella propria vita, le figlie si mostrano prive di affetto filiale. Le mogli e le amanti del produttore si odiano tra di loro, pensano alla eventuale eredità. Molte ex mogli, fanatiche, egocentriche, odiate anche dalle figlie per la loro vanità,  si rifanno una vita più volte e ogni ragazza arriva ad avere molte madri, molti padri acquisiti ma tutti lontani, distanti, aridi.

Un mondo di ignoranza, di lamenti, di scontri generazionali, di follia, di ironia,  di droga dove si rifugiano le giovani donne non apprezzate in famiglia. La protagonista è sola quando deve decidere e affrontare questioni importanti. Si sente senza protezione. Diventa l’amante del padre di un’amica, diventa spudorata.

Quando muore il padre all’improvviso scopre altre versioni sconosciute di suo padre. Odia le ultime figlie dell’ultima famiglia che si era creata il padre perché loro si sono potute godere gli ultimi istanti. Lei si dibatte allora fra sensi di colpa, imbarazzi, dubbi, presa da un senso di irrealtà . In cuor suo, nonostante la spavalderia esteriore, sa che ogni donna nel mondo del cinema, moglie, amante, diva può essere sostituita, rimpiazzata senza problemi. Con le sorelle ha un rapporto alternato fatto di chiusure precipitose, riappacificazioni, ricatti, ripicche, vendette. Con loro si sente un’estranea.  Il suo desiderio sarebbe quello di avere rapporti autentici, normali. Invece cambia atteggiamento di momento in momento, diventa sfuggente anche con le sorellastre, non si apre con loro. La parola sorella le da addirittura fastidio. Le sorelle maggiori cercano di metterla in minoranza, parlano solo di se dei loro successi lavorativi, assorbite dai loro stessi problemi  . anche loro si lanciano in mille storie d’amore. L’instabilità sentimentale caratterizza la loro vita, come a voler imitare il comportamento paterno o forse perché hanno avuto solo quel modello.  Dalle sorelle non si sente capita fino in fondo.  La protagonista si getta nelle feste, nella folla perché sente il bisogno di contatti umani. La confusione non la aiuta a incontrare gente perbene. Non riesce a controllare la propria vita e cerca di dimenticare tutto nel sonno prodotto da farmaci . Nel mondo del cinema vede rivalità fra produttori che si traduce in colpi bassi, menzogne, dispetti, evasioni fiscali . Avendo perduto la fiducia del padre lei cerca negli sconosciuti dei sostituti cercando di attirare la loro attenzione. Alla fine non fa altro che collezionare uomini come suo padre ha collezionato donne vanitose , a lei ignote , senza coinvolgimento emotivo. Una vita bella, con agi, ma senza emozione, senza sentimento vero, nessuna sfida. Suo padre si limitava a vederla ogni tanto e poi cercava di togliersela dai piedi. Lei vorrebbe rifarsi delle perdite subite, compreso l’affetto del padre ma non ci riesce. La gente che la circonda è meschina, avida, corrotta con la testa montata, è gente che cerca di convincersi di essere felice ma non lo è. Predomina la noia, il disprezzo, l’orrore. Ci sono solo donne trasgressive, uomini corrotti. La protagonista in quel mondo si sente di troppo, si sente trascurata . Intorno ci sono solo divorzi, mancanze di rispetto, abbandoni, disordini, uomini violenti, personaggi importanti dal carattere ribelle che si credono dio  . Il padre come gli altri non parlano mai di sé, di desideri, di speranze. Sembrano immuni dai sentimenti. In quel mondo prevalgono le discriminazioni, le differenze sociali, le presunzioni . Lei si sente in trappola nonostante l’elasticità mentale. Nel suo esilio non ha amici, confidenti, genitori. Gli altri solo la considerano una spensierata, una figlia di papà e la invidiano e godono delle sue sventure  Assiste impotente alla fine di alcune sorellastre, di cui lei è gelosa,  che cadono nel baratro della droga e del sesso. Fumano spinelli per farsi coraggio, per farsi largo in quel mondo spietato.  Nessuno insegna ai giovani come comportarsi ed essi cadono nella depressione mentale, nel pessimismo che mette in dubbio la identità stessa dell’individuo. Non resta che fingere di essere allegri e sopportare la farsa, abituarsi. I personaggi sono tutti senza passato e senza futuro, presi solo da bisogni primordiali, ribelli e demoniaci, ambiziosi , amanti del lusso, della bottiglia, ostili, arroganti  . Per la protagonista riunire la famiglia allargata è un sogno irrealizzabile. Persino la madre è lontana nel suo ruolo di donna seducente che non si rende conto che la bellezza, unica risorsa, la sta lasciando . Lei perde ogni contatto con la realtà. Ognuno è preso dalla sua vita, tutti dimenticano in fretta . Lei allora cerca di aggrapparsi a un’ancora, cerca un punto di appoggio  cerca l’attenzione di un uomo anziano, la sua complicità anche se sa che tutto potrebbe finire da un momento all’altro. Non si preoccupa della reputazione, del fatto che è il padre di una sua amica e coetanea. Lei non prova mai un moto di onestà. Cerca di vivere la vita di tutti i giorni per un desiderio di normalità. Sa che il denaro può attenuare ma non cancellare il disagio interiore, il danno morale. Il ruolo del denaro  è solo consolatorio. Con il tempo scopre solo fatti spiacevoli, comportamenti errati di suo padre e degli altri. Alla fine lei è orgogliosa per il fatto di non essere caduta in certe trappole e per essersi salvata. Invece di continuare a collezionare uomini si affida a un uomo maturo che la protegge , si laurea in legge. Si libera della mentalità di certi ambienti e aspira a una vita regolata, più genuina  che ora guarda con occhi diversi e apprezza.  Vuole fare qualcosa di normale tutti i giorni.

 

Ester Eroli

 

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