L’evoluzione della donna nella famiglia italiana

L’evoluzione della donna nella famiglia italianaL’avvento della industrializzazione iniziata massicciamente nell’immediato dopoguerra, ha portato nel nostro Paese nuovi aspetti sociali e nuove esigenze lavorative. La famiglia tradizionale ha cominciato a conoscere notevoli mutamenti per poi sfociare, negli anni ’50, in una vera e propria rivoluzione del costume.

Le campagne hanno cominciato a spopolarsi, le città a riempirsi, le leggi promosse dal Parlamento hanno favorito l’abbattimento del bestiame in eccesso o ritenuto non remunerativo, puntando su un’agricoltura specializzata e ristretta al solo fabbisogno interno. Le nuove strutture industriali hanno notevolmente aumentato la richiesta di mano d’opera, preferendo specialmente nel settore manifatturiero, nel tessile e anche in quello impiegatizio ausiliario, il lavoro femminile, sia per la delicatezza delle prestazioni sia per il loro costo inferiore.L’evoluzione della donna nella famiglia italiana 2

La famiglia tradizionale, pertanto, ha subìto profondi mutamenti di carattere sociale dovuti soprattutto all’emancipazione femminile. Già a partire dal 1947, anno in cui le donne hanno ottenuto il diritto di voto, peraltro in colpevole ritardo rispetto agli altri Paesi occidentali, si è avuto un notevole passo in avanti per il successivo riconoscimento di tuti i diritti fondamentali, che hanno consentito alla donna italiana di inserirsi sempre di più nel tessuto sociale produttivo, penalizzando, però, l’ambito familiare.

Le nuove emergenti situazioni economiche, quindi, hanno imposto alla società un diverso apporto femminile che partecipasse a tutti gli aspetti della vita lavorativa , anche quella che sembrava esclusiva prerogativa maschile, come il servizio militare. La globalizzazione e il prepotente ingresso dell’informatica hanno poi determinato sostanziali differenze tra i rapporti sia, all’interno della famiglia sia, nella società attuale. L’evoluzione della donna nella famiglia italiana 3

Ma tutti questi cambiamenti effettuati in tempi, tutto sommato, assai brevi, impongono politiche innovative nei confronti della famiglia in quanto soggetto sociale in evidente evoluzione e per certi versi involuzione proprio a causa della nuova posizione della donna moderna, ormai paritaria all’uomo in tutti i sensi e in tutti i ruoli.

La prima vistosa conseguenza di tale stato di fatto è il ridimensionamento del numero dei componenti della famiglia. Oggi è semplificato e ridotto, la famiglia media infatti conta un padre, una madre e un figlio e tre quarti, senza contare il crescente numero di persone che vivono da sole. Gli attuali cicli continui della vita evidenziano una sempre più netta coincidenza dei ruoli maschili e femminili che stanno provocando difficili e onerosi equilibri tra le esigenze sociali e quelle private. I ritmi di lavoro stanno sempre più penalizzando il tempo da dedicare ai figli, pertanto, una corretta riorganizzazione degli equilibri tra tempo di lavoro e tempo di vita sociale si rende sempre più necessaria, così come le regolamentazione del mercato del lavoro e dei suoi orari. Il forte incremento delle richieste di asili nido pubblici e privati ne è un chiaro indice.L’evoluzione della donna nella famiglia italiana 4

Ulteriore elemento di riflessione riguarda l’incremento del’ immigrazione femminile che comporta mutamenti nella fisionomia demografica e culturale delle nostre famiglie. Un tempo nel nostro paese emigravano quasi esclusivamente uomini, ma da un paio di decenni, anche per le donne si è aperto un fiorente mercato del lavoro specie nel settore assistenziale e domestico. Nel recente passaggio poi, del singolo emigrante a quello dell’intera famiglia, si è venuta a costiutire la realtà del nucleo familiare immigrato che da un lato, permette una maggiore stabilizzazione sociale, dall’altro favorisce i matrimoni misti.

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Sta di fatto che, l’incremento demografico attualmente in atto nel nostro Paese non è dovuto alla ripristinata fecondità delle nostre donne o alla ritrovata virilità dei nostri uomini, bensì alla presenza immigratoria.

 

 

Adriano Zara

 

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