La Madonna del Buon Consiglio di Genazzano

La Madonna del Buon Consiglio di GenazzanoA Genazzano a pochi km da Roma, un tempo feudo dei Colonna, sorge il santuario della Madonna del buon Consiglio. Il santuario si trova proprio dove in passato esisteva già una chiesa in onore di Maria, affidata all’ordine degli agostiniani. Nel 1400 una vedova terziaria agostiniana, sepolta nella cappella dell’immagine, si offrì di restaurare la vecchia chiesa con le sue risorse derivanti dalla vendita dei suoi beni. I lavori tuttavia andarono oltre le previsioni di spesa e i lavori furono sospesi. La gente derideva la vedova ma lei promise la fine dei lavori grazie a un intervento celeste. Dopo circa un anno nella chiesa apparve miracolosamente, per un fenomeno di materializzazione, un’immagine della Beata Vergine, il giorno della festa di san Marco, il 25 aprile del 1467 all’ora del vespro. Il fatto è trascritto nel codice dei miracoli e richiamò molti pellegrini. Ci furono molti miracoli documentati. Il papa inviò anche due vescovi sul luogo del prodigio. Secondo la tradizione l’immagine fu portata dagli angeli dall’Albania e seguita da due pellegrini albanesi. Infatti l’immagine è venerata anche a Scutari in Albania. Ogni anno la comunità cattolica albanese fa tappa a Genazzano per la venerazione della Madonna. Molte famiglie di Genazzano si dicono discendenti di quei due albanesi dell’origine. L’affresco, di stile orientaleggiante, rappresenta la Vergine e il bambino, entrambi coperti da un manto. Colpisce la dolcezza dei loro volti perfetti. Molti papi hanno visitato e mostrato interesse per il luogo di culto. Sisto IV ha confermato la donazione della chiesa dei Colonna agli agostiniani. Urbano VIII è il primo papa a visitare il santuario nel 1630 per implorare aiuto contro la peste, Clemente XII concesse l’indulgenza plenaria nella festa dell’apparizione il 25 aprile per i visitatori, Pio IX si recò in pellegrinaggio per trarre ispirazione per il concilio vaticano, Leone XIII fu più volte pellegrino ed elevò il santuario a ruolo di basilica minore e a sue spese restaurò il convento e aggiunse al rosario la litania mater bonii consilii. Papa Giovanni XIII Fu pellegrino nel 1959, papa Innocenzo XI incoronò l’immagine, papa Benedetto XIV approvò l’istituzione della Pia unione a cui si iscrisse, nata con lo scopo di promuovere la devozione, per gli iscritti si celebrano le messe perpetue. Lo stesso Giovanni Paolo II visitò la cappella nel 1993. La facciata della chiesa è opera dell’architetto Fanucchi ed del suo assistente Cometti. Il frontone è di forma triangolare. Al centro del timpano liscio la Madonna con a destra Leone XIII e a sinistra Pio IX. Il timpano ricorda l’episodio della immagine trasportata da due angeli. Nel fregio è incisa l’iscrizione che ricorda il miracolo dell’apparizione. Il portale in marmo bianco è del XV secolo. Il portone è. in bronzo. La chiesa fu consacrata nel seicento e fu ampliata nel 1621. La chiesa ha tre navate, la navata centrale mette capo al presbiterio e al coro, la navata di sinistra termina con l’altare della Madonna, quella di destra con l’altare del crocifisso. La cappella della Madonna ha una cancellata in ferro battuto commissionata dal cardinale Girolamo Colonna. L’altare fu fatto costruire dal cardinale Albani. La nicchia è in rame dorato. Gli affreschi sono dell’ottocento. Il soffitto in stucchi dorati sono di Giuliano Corsini da Urbino. Nella chiesa la balaustra che chiude il presbiterio, donata dai padri agostiniani irlandesi, è opera del Bernini e della sua scuola. Gli affreschi del presbiterio sono opera di Piatti e Monti. Il coro in noce massiccio è opera del Gonnella. Il pulpito in marmi preziosi ha una scala di accesso in unico blocco marmoreo che colpisce per la sua maestosità. L’organo è della ditta Tamburini di Crema. Nell’altare del crocifisso troviamo un affresco che fu testimone di un prodigio. Le truppe pontificie guidate da Nicolò Orsini invasero Genazzano e un soldato, poiché aveva perso al gioco, entrò in chiesa bestemmiando e colpendo il crocifisso con la spada di tipo spagnolo . Dal crocifisso sgorgò sangue e il soldato fu ucciso e fatto a pezzi dai compagni e la spada si piegò per miracolo. Negli anni successivi fu fatta raddrizzare da un fabbro ma poi tornò a piegarsi. La spada contorta si trova nella nicchia di sinistra del crocifisso. Nel santuario troviamo anche la cappella del beato Stefano Bellesini , nato a Trento e entrato nell’ordine agostiniano. Proclamato beato da Pio X. E’ il primo parroco beato, ed è sepolto nella cappella che prende il suo nome. Costretto a vivere fuori del convento, durante la rivoluzione francese, si dedicò alla formazione dei ragazzi. A Genazzano fu il maestro dei novizi e parroco. Rimane ancora la sua stanza con gli oggetti personali e dove morì di peste. Le vetrate colorate della cappella sono opera dell’ungherese Prokop. La sacrestia in radica di noce opera dell’architetto Fagioli fu costruita nel 1621. Il pianterreno del convento annesso al santuario venne sistemato come museo. Nella sua galleria centrale sono esposti vari quadri alcuni donati al santuario nel corso del tempo, soprattutto da papa Leone XIII. Nelle vetrine si possono ammirare antiche preziosi paramenti sacri. L’antico refettorio, opera dell’architetto Fagioli, con tavoli e stalli in noce adibito a sala convegni possiede un affresco opera di Kuntze raffigurante la moltiplicazione dei pani e dei pesci. In uno dei corridoi si può ammirare una campana del 1424, che secondo la tradizione suonò da sola al momento del prodigio. Nel santuario c’è anche una statua di san Nicola da Tolentino. Nel santuario esiste anche una sala dove si possono comprare souvenier. La visita guidata viene condotta quasi sempre spesso dallo stesso rettore del convento Giovanni Gisondi.


 

Ester Eroli

 

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