Ognuno ha la sua personalità, il suo carattere, il suo modo di essere, il suo stile di vita. Ognuno si presenta in modo diverso. Eppure c’è un elemento che distingue le persone, che fa per così dire, la differenza. Si tratta di una differenza sostanziale. Ci sono persone che per la loro natura, per le loro caratteristiche peculiari tendono a rispettare gli orari degli appuntamenti e le scadenze in generale. Ci sono aziende di lavoro che esigono la puntualità. Ci sono certi lavori che procedono solo nel rispetto concreto della puntualità. In fondo il lavoro è fatto anche di puntualità. La puntualità può essere definita quasi una virtù. Per gli industriali la puntualità in se stessa è l’anima del commercio. Sulla puntualità sono stati scritti aforismi, racconti, canzoni, poesie. Oscar Wild, il poeta, la definisce “la ladra del tempo” perché sicuramente ruba spazio alla fantasia, alla libertà d’azione, limita e deprime, toglie respiro a chi invece vuole assaporare il mondo e gustare la vita. Uno spirito libero, ribelle può trovare la puntualità inutile, priva di valore. In alcuni casi essere puntuale può essere un errore, in un incontro amoroso la donna deve farsi attendere, un po’ come una sposa. Il ritardo di una sposa è ammissibile, meno quello dello sposo. Sicuramente nel mondo odierno la puntualità non è più un requisito fondamentale. Eppure le persone puntuali rappresentano una garanzia, dimostrano di essere scrupolose, precise, rispettose, attente, dinamiche, decise, affidabili, soprattutto affidabili. Una persona puntuale appare rigorosa, pronta al lavoro, concreta, degna di elogio. Una persona che arriva tardi a un colloquio di lavoro, facendo attendere il datore di lavoro, appare già priva di fascino. Il datore di lavoro è portato a raffreddare il suo interesse. La puntualità dovrebbe tornare ad essere un valore, un requisito utile. L’uomo comunque teme sempre la puntualità del destino, che arriva spaccando il capello in quattro. Spesso è per sfuggire al destino che si arriva tardi.
Ester Eroli