La vittoria della tradizione nel Festival di San Remo

La vittoria della tradizione nel Festival di San RemoSan Remo, la più importante manifestazione canora della nostra penisola, si è conclusa da poco. Si è chiusa con la vittoria della tradizione pura. Ha vinto infatti una canzone melodica, tipicamente italiana. Una canzone che parla d’amore, di quello vero, di quello che brucia le vene, infiamma il cuore, annienta la ragione. Una amore forte, che dura in eterno, un amore nato nel per sempre dell’anima. Un amore che il cuore anela, accoglie, difende, protegge.

Una canzone che rappresenta la nostra italianità nel mondo, che ci identifica come italiani. Una canzone che è come una poesia d’amore del dolce stil novo, della scuola poetica siciliana. Si parla di un amore che ognuno sogna di poter vivere e che spera di conoscere un giorno o l’altro. A cantare la canzone ci sono ragazzi giovani amati dal pubblico di ogni età, di ogni generazione perché la musica accomuna. Sono giovani apprezzati all’estero, in America, dove hanno cantato con Barbra Steisand, dove hanno fatto tour bellissimi. Sono giovani favoriti, seguiti da folle di persone. Il successo che hanno avuto all’estero è superiore a quello che hanno avuto in Italia, perché mai santo è adorato in patria.

La critica ha riserbato a questi ragazzi del gruppo musicale una accoglienza tiepida, diffidenti, gelata. Sono considerati arcaici, banali, troppo tradizionali, fuori moda, incapaci di creare un vero fenomeno commerciale perché i giovani si sa preferiscono altro. Le vendite riguardano musica rock, cantautori ma non romantiche canzoni al miele. Sono stati snobbati questi giovani perché si vestono in modo classico, come in passato, perché hanno l’aria di bravi ragazzi di famiglia. Un muro di pregiudizi li ha colpiti. Di solito le critiche fortificano, ma in questo caso sono ingiustificate.

Siamo stanchi di ragazzi malridotti, con i jeans strappati che si bucano agli angoli delle strade, di ragazze perdute che si prostituiscono nel quartiere elegante dell’Eur a Roma, di giovani scolari che usano parole volgari per definire un rapporto sessuale, di lolite precoci che ostentano il petto rifatto dal chirurgo, di separazioni che finiscono a coltellate, di mogli ammazzate soffocate con i cuscini, di bambini maltrattati, venduti, di sogni infranti. Lasciateci sognare un amore puro, disinteressato, autentico e non importa se a farci sognare è una canzone cantata da gente che sembra d’altri tempi, ma in fondo al cuore non lo è affatto. Sono solo ragazzi che sognano l’amore vero come tutti e lo cantano, che importa se sono solo sogni e speranze. Anche il cuore vuole divertirsi, reclama la sua parte, che nessuno sembra più disposto a dargli. Ci sono canzoni che sono surrogati d’amore, l’hanno sostituito visto che l’amore non alberga più quasi da nessuna parte.

 

Ester Eroli

 

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