L’amore perduto

Sin da piccoli abbiamo creduto all’importanza dell’amore nella nostra vita.  Non solo dell’amore dei genitori ma dell’amore vero, quello con la a maiuscola. Per cercare l’amore abbiamo fatto carte false. Per raggiungere l’amore abbiamo combattuto, lottato, graffiato, urlato. Per conservare l’amore intatto abbiamo sofferto, patito, pazientato. Ci siamo armati di coraggio pur di ottenere l’amore. Per essere amati ci siamo impegnati. A contribuire alla idealizzazione completa dell’amore ci sono state nella nostra vita canzoni, poesie, musiche, parole. Ci siamo riempiti la  bocca di frasi amorose.  Sull’amore abbiamo detto di tutto, abbiamo letto pagine di romanzi esaltanti questo sublime sentimento. Abbiamo creduto nell’amore come un bimbo crede alla luce del sole, lo abbiamo inseguito come un bimbo segue un aquilone. Nella nostra testa spesso hanno ronzato solo frasi d’amore. I nostri occhi si sono alimentati solo di scene d’amore dei film più famosi. La mattina al risveglio abbiamo canticchiato la nostra canzone preferita sul tema d’amore. Eppure ascoltando gli ultimi pensieri e le ultime parole di una persona in fin di vita notiamo che i pensieri sono altri, lontani dal concetto di amore.  Chi è sulla soglia dl grande abisso pronto  a spiccare il volo non pensa all’amore in generale, non pensa al suo amore. I pensieri vanno ai genitori, che vengono persino chiamati e alla propria terra. Si fa riferimento costantemente al proprio paese, alle proprie origini. Nei deliri della fase di agonia e pre-morte si parla sempre dei genitori e del luogo di nascita, dell’infanzia. L’amore appare sbiadito sullo sfondo, perduto, lontano. Gli ultimi fatti di cronaca ci mostrano esempi di amore  violento, donne uccise dal proprio fidanzato, marito. Gli ultimi pensieri non sono dedicati all’amore come dovrebbero. Allora perché ci siamo affannati per raggiungere l’amore se non era così determinante? Gli ultimi istanti di vita sono dedicati alla propria terra, la mente addirittura, in certi casi, ripercorre alcuni episodi del passato. Anche la protagonista del romanzo via con il vento Rossella alla fine decide di tornare a Tara, alle origini, per ricominciare daccapo. Ogni uomo porta nel proprio cuore il ricordo delle proprie radici. Solo la terra madre lascia tracce nel nostro animo, l’amore è effimero e transitorio, brilla un istante come l’arcobaleno e poi scompare. L’uomo vuole affidarsi  a ciò che è eterno e duraturo, che non tramonta mai.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.