Le luci dell’esistenza

Le luci dell’esistenzaLa vita fluisce, scorre e tutto passa, panta rei, come dicevano gli antichi Greci. Non possiamo fermare il tempo, né bloccare i fotogrammi della nostra esistenza. Solo i ricordi del passato sono testimoni del nostro cammino. In questo mare spesso smarriamo la bussola, dimentichiamo la rotta, abbiamo bisogno di un faro luminoso che ci guidi. Nel caos e nelle tempeste della vita abbiamo la necessità di avere punti di riferimento, stelle brillanti nel firmamento della nostra esistenza. Nel cielo blu notte troviamo tanti puntini luminosi che sono le costellazioni, i punti di riferimento del nostro vivere quotidiano. Questi punti possono essere oggetti, persone, lavori, idee, sogni ma senza di loro non potremo vivere. Quando siamo soli, costretti ad affrontare questioni spinose da soli, quando siamo soli in mezzo alla strada, tra il traffico e la gente sconosciuta, pensiamo ai nostri sostegni, alle nostre certezze senza le quali siamo perduti, siamo sugheri in balia dei flutti. Anche quando vaghiamo senza meta, giriamo a vuoto, dopo uno shock sappiamo che potremo sempre pensare ai nostri appigli, contare su di loro o almeno credere di poter contare su di loro. Ci sono fasi della vita che ci mettono con le spalle al muro in cui siamo totalmente soli senza nessuno, senza meta, senza ardore e coraggio per procedere sulla retta via. Nella fasi più cupe, quando il destino ci mette alla prova, dobbiamo allora fare uno sforzo e costruirci i nostri punti di riferimento da soli, a tavolino con la mente lucida e lo sguardo asciutto. Pensiamo a un disoccupato a cui sono morti i genitori, ed è stato lasciato pure dalla fidanzata e non ha fratelli. Per lui non c’è la stella del nord a indicare il cammino, c’è solo un sentiero desolato, lungo e faticoso che porta alla depressione. Proprio in questi momenti che bisogna inventarsi dei punti di riferimento, anche fragili, anche temporanei ma pur sempre appigli che aiutano la mente. Il nostro pensiero nello sconforto va a loro, alle nostre deboli certezze, a quei fili sottili che ci siamo costruiti nonostante tutto e a dispetto di tutti. Il disoccupato così trova riparo tra le braccia di queste ancore di salvezza. Ad esempio potrebbe frequentare un gruppo di chiesa, un teatro per principianti, un circolo culturale, o semplicemente stringere amicizia con una persona speciale e affidarsi a lei, rintracciare un lontano parente, andare a trovare una persona. Le soluzioni devono venirci da dentro, in base ai nostri gusti, alle nostre predilezioni. Così gli anziani per non sentirsi soli diventano soci di associazioni turistiche che organizzano gite di uno o più giorni. In queste società incontrano altri anziani e oltre a visitare luoghi meravigliosi hanno modo di conoscere gente nuova, per lo più coetanei con cui trascorrere veramente ore liete. Si possono inventare varie soluzioni basta avere un pizzico di fantasia, buona volontà, coraggio e determinazione. In questo modo anche quando siamo lontani, in altro luogo, sentiamo la luce vivida delle nostre stelle, ossia di questi punti di riferimento che abbiamo scelto, e ci sentiamo riscaldati, protetti, a casa.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.