Le vecchie usanze che abbiamo dimenticato

Le vecchie usanze che abbiamo dimenticatoIn tempi di crisi economica il mondo ci appare una macchia indistinta poco attraente e piacevole, piena di insidie e segreti . Guardiamo tutto con un sospiro di delusione. Siamo assediati dalla noia. Abbiamo perso la vitalità, la voglia di godere della vita, l’immaginazione incontaminata. Nel cuore, raccolto e segreto, non c’è più spazio nemmeno per una speranza fugace. Si fa quello che fanno gli altri senza energia, senza progetti . Invece avremo bisogno di tutte le energie per fare le cose più naturali del mondo come amare, viaggiare, parlare. Nel disordine spaventoso l’umore cade in terra, il carattere subisce cambiamenti strabilianti. Il nodo cruciale è che non sappiamo più divertirci, e l’esperienza insegna che ci può essere contenti con poco. L’allegria compare all’improvviso ed ha spesso un impatto inaspettato sul nostro cervello . Per divertirsi non serve il lusso di oggetti rari da collezione. I nostri occhi non hanno più scintilli divertenti, bagliori di interesse. Le conversazioni sono svolte senza entusiasmo. Si parla solo delle condizioni atmosferiche, della politica, del lavoro, di vestiti. Si tengono lontano i complimenti, le parole gentili. Molti rispondono alle domande degli altri con scortesia, riluttanti. Nessuno si mostra protettivo con le donne anziane, i bambini, le vedove. Nessun uomo appare più un amante irruento e appassionato. Gli amici stessi sono insolenti e quando si vantano guardano che faccia ha l’interlocutore per scorgere tracce di invidia. Gongolano nel vedere gli amici cadere in disgrazia. Nella confusione dei sentimenti tutto appare fatiscente, crudele fino alla nausea. Un tempo, soprattutto negli anni settanta e ottanta, si faceva l’autostop, negli Stati uniti, come in Europa, che era quasi sempre gratuito. Per spirito di avventura si facevano lunghi viaggi in autostop. Ora alcuni siti internet e portali sponsorizzano il viaggio in autostop che richiede quasi sempre un piccolo contributo economico. Ormai però è divenuto rischioso al massimo grado, faticoso, pieno di imprevisti. Si può viaggiare in autostop con cautela. Ci si può imbattere in un serial killer, in un pedofilo o maniaco, in un individuo poco raccomandabile. Il numero delle persone strane sembra aumentato. Innocenti divertimenti non sono più alla portata di tutti. Siamo schiacciati dal peso della meschinità pure nel divertimento. In tempi di crisi avremo bisogno di divagarci per non pensare ma non ci riusciamo. Non sappiamo più divertici, ammirare un panorama , ballare, annusare il profumo delizioso di un dolce fatto in casa. Le discoteche sono luoghi dove trova sfogo il rancore. Si va a ballare muniti di coltelli, pronti per una rissa sanguinosa. Si immagina di uccidere le persone che non si sopportano. Si uccide con facilità conquistati dal fascino superficiale del male. L’unica verità è che non sappiamo amare. Per risolvere il problema ci sono delle strade. Cominciare dall’educazione nelle scuole e in famiglia per finire con la punizione esemplare per chi si macchia di orrendi crimini. La soluzione ideale sarebbe quella di ritornare allo stato originale, quando eravamo gente più semplice.

 

Ester Eroli

 

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